L'emozione di Meschini per il ritorno del calcetto. «Come rinascere, ma ora non fateci più chiudere»

L'emozione di Meschini per il ritorno del calcetto. «Come rinascere, ma ora non fateci più chiudere»
di Marco Gobattoni
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Mercoledì 28 Aprile 2021, 10:14

Come una rinascita con le lancette dell’orologio che riprendono vita alle 18,30 in punto. La vita dei centri sportivi, falcidiati da una chiusura lunga undici mesi interrotta soltanto dalla parentesi estiva dello scorso anno, si è rianimata lunedì scorso quando la possibilità di organizzare attività sportive amatoriali è diventata realtà. Il centro sportivo diretto da Arcangelo Meschini nel quartiere popolare di Santa Barbara – cinque campi da calcetto in erba sintetica e quattordici spogliatoi – è rifiorito lunedì 26 aprile alle ore 18,30 quando il primo gruppo di amici ha inaugurato – si spera - la nuova stagione dello sport amatoriale.

Per adesso niente docce e spogliatoi rigorosamente sbarrati, ma dopo otto mesi di clausura va bene anche così.

«Risentire il telefono che squilla per la prenotazione dei campi è stato un po' come rinascere – racconta Meschini – negli ultimi quattordici mesi siamo stati chiusi undici e potete immaginare con quale angoscia abbiamo passato questi ultimi tempi. Con la mia attività ci vivono due famiglie e non è facile andare avanti senza perdere fiducia e speranza».,

Fiducia e speranza, che Meschini ha ritrovato non appena si è sparsa la notizia della riapertura.

«Per fortuna abbiamo ricevuto già diverse prenotazioni – rivela – c’è voglia di ripartire e i nostri clienti abituali ci hanno contattato immediatamente per organizzare partite e rivedere gli amici.

Ovviamente ancora siamo limitati: il coprifuoco alle 22, che non trovo assolutamente giusto, ci limita: in questa fase giocare la sera diventa naturale ma per il momento ci stiamo organizzando anticipando l’orario pomeridiano».

L’importante, per Meschini e i colleghi, sarà ripartire senza compiere bruschi passi indietro con eventuali richiusure che sarebbero mortali per il settore.

«Il virus ancora circola e non possiamo negarlo, ma dobbiamo iniziare a riprogrammare la nostra vita riappropriandoci con intelligenza della nostra libertà. Dai ristori ho ricevuto quattromila euro su undici mesi di chiusura e voi capite che è difficile andare avanti. Per questo speriamo che quelle di lunedì siano riaperture definitive e che non si torni indietro».

Intanto, dalle 18,30 di lunedì scorso, è di nuovo tempo di guardare avanti.

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