Eolico, un ciclone sulla Tuscia. Ma niente segnali da Comune e Provincia

Eolico, un ciclone sulla Tuscia. Ma niente segnali da Comune e Provincia
di Simone Lupino
3 Minuti di Lettura
Giovedì 10 Novembre 2022, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 19:28

Eolico nella Tuscia, una selva: oltre 100 nuove pale, tra terra e mare. Alte anche più di 200 metri. E non finisce qui.
Si discute in questi giorni di energie rinnovabili e del loro possibile impatto sul paesaggio dopo la presentazione da parte di un società norvegese di un progetto che tocca la città dei papi: 13 torri alte 250 metri al confine con Montefiascone e Celleno. Le istanze presentate da parte di grandi investitori, spesso internazionali, non si contano più e riguardano l'intera provincia. Abbiamo provato a fare un calcolo per capire cosa sta succedendo. Quasi ogni giorno infatti spuntano nuovi progetti.

Eppure di energia pulita avremo sempre più bisogno, dall’altro lato però è evidente che queste strutture causeranno una trasformazione del territorio. Calcolando solo i progetti noti e non ancora autorizzati (già si sa infatti che in arrivo ce ne sono altri) abbiamo per primo l’impianto di Tuscania (16 torri); più recenti un progetto chiamato “Eolico Arlena” con 14 torri (4 a Tessennano e 10 ad Arlena), due progetti a Cellere, ciascuno di 10 pale, e il già citato parco eolico di Viterbo (8 aerogeneratori nel capoluogo, 3 Montefiascone, 2 Celleno). Fin qui i progetti al Mite. Con procedura in Regione, un parco eolico denominato Vallerosa: 6 pale a Farnese e una a Valentano. Totale: 70 nuove pale a terra, più le possibili 32 torri offshore a Montalto. Complessivamente 102 torri.

C’è poi il pregresso, gli impianti esistenti: 30 turbine tra Piansano, Arlena e Tessennano.

Senza contare un’altra miriade di impianti più piccoli, il cosiddetto “minieolico”. Pale alte massimo 100 metri, con potenza massima di 1 MW che seguono un iter semplificato. Esiste un piano regolatore? Le strategia è schizofrenica. Ecco cosa dice il Per, il piano energetico della Regione: “Stante il potenziale eolico on-shore regionale limitato per le caratteristiche proprie del territorio laziale ed il regime vincolistico derivante dagli impatti indotti, si possono ipotizzare principalmente le seguenti strategie di intervento per le tecnologie off-shore”. E cita il caso di Montalto. Ma nella realtà i progetti riguardano sia la terra che il mare.

Sappiamo che contro il progetto di eolico a Viterbo molti cittadini stanno preparando osservazioni da inviare al Mite. Così come ci sono cittadini favorevoli. I Comuni cosa faranno? Che linea intende adottare il comune capoluogo? Per il momento tutto tace. Al consiglio sul deposito nucleare il presidente di Coldiretti ha sollecitato il Comune di Viterbo ed in generale la politica locale a interessarsi di più alla questione rinnovabili, ricordando che la Tuscia deve la sua ricchezza all’agricoltura e ai paesaggi: “Regoliamole”, ha detto Pacifici. Zero reazioni.

Alcune amministrazioni, va detto si sono attrezzate. Dalla Provincia invece l’unico intervento pubblico in tema di energia che si ricordi è quello contro la realizzazione di un impianto per la produzione di biometano ad Arlena.

© RIPRODUZIONE RISERVATA