Parco eolico Viterbo, «impatto visivo minimo». La società norvegese risponde a sindaci e cittadini

Parco eolico Viterbo, «impatto visivo minimo». La società norvegese risponde a sindaci e cittadini
di Simone Lupino
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Martedì 10 Gennaio 2023, 05:15 - Ultimo aggiornamento: 17:22

L’impatto visivo del parco eolico "Energia Viterbo" sarà “modesto”. E’ quanto scrive la società che ha presentato istanza per installare 13 turbine (potenza totale 33,6 megawatt) tra il comune capoluogo (8), Montefiascone (3) e Celleno (2). Una risposta alle osservazioni inviate le scorse settimane contro la realizzazione del progetto. Nei 30 giorni a disposizione furono 33 le “opposizioni” inviate da cittadini, associazioni, attività ricettive, agricoltori e anche dai tre sindaci dei Comuni interessati, preoccupati per gli eventuali effetti delle pale sul territorio. Fred. Olsen Renewables, colosso norvegese del green presente anche in Italia, ha prodotto ora le proprie controdeduzioni: 26 pagine, in cui replica alle principali tematiche sollevate.

«Parco eolico, ecco perché no». Al Mite 33 osservazioni. Ci sono anche i 3 Comuni: Viterbo, Montefiascone, Celleno

Da quali punti si vedranno le pale? Dovrebbero sorgere a distanza di 15 chilometri da Viterbo, 3,6 da Montefiascone e 2,1 da Celleno. La società spiega che “l’area di potenziale visibilità è concentrata per lo più in zone prive di centri abitati”. E che dai fotoinserimenti effettuati la loro percezione è “ridotta o assente poiché gli aerogeneratori sono di fatto schermati dalle caratteristiche orografiche, dalla vegetazione o dall’edificato esistente”. “Ad esempio - continua - l'impianto sarà visibile da Montefiascone, ma solo da alcuni punti periferici o aperti verso la campagna sottostante, mentre non dal resto del centro abitato”.

In alcune osservazioni si sottolinea la vicinanza di Civita (siamo quasi al confine con il comune di Bagnoregio).

Dalla città che muore, scrive sempre la proponente, “non è visibile alcun aerogeneratore”, mentre “dalla sponda del lago nel borgo di Capodimonte o dalla periferia del centro abitato di Bagnoregio la distanza e l’orografia fanno sì che solo in alcune condizioni meteorologiche alcune parti di alcuni aerogeneratori siano visibili in lontananza” e “riassorbiti percettivamente nel quadro scenico esistente”.

Sul consumo di suolo “si ribadisce l’assoluta compatibilità” con lo sviluppo agricolo, l’occupazione “è circa lo 0,01% delle intere superfici comunali”, 5 ettari. Al Biodistretto Lago di Bolsena, invece, la società norvegese replica che ad oggi non sono note “leggi o norme che impongano il divieto di realizzazione di impianti a fonte rinnovabile in biodistretti”. Nessuna incompatibilità, secondo la proponente, anche rispetto al nuovo Piano energetico regionale che in tema di eolico predilige gli impianti offshore, “gli indirizzi regionali riportati non vietano la costruzione di impianti alimentati da fonti rinnovabili differenti”.

Sugli impatti cumulativi - la concentrazione segnalata di altre centrali rinnovabili autorizzate o in autorizzazione - la società afferma che, escluso un impianto in fase di valutazione, gli altri si trovano a una distanza di oltre 16 chilometri, “fuori del bacino visivo”. Per Fred Olsen Renewables non ci sono alternative al progetto presentato: per ottenere la potenza installata equivalente “si dovrebbe fare ricorso a centinaia di macchine di piccola taglia, con una superficie occupata molto estesa”. E a parità di potenza installata, “l’energia prodotta sarebbe comunque minore, poiché queste macchine hanno una efficienza inferiore” a quelle di grande taglia.

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