Elvella, «diga a prova di cambiamenti climatici». Via ai lavori per aumentare la capienza di 500mila metri cubi

Elvella, «diga a prova di cambiamenti climatici». Via ai lavori per aumentare la capienza di 500mila metri cubi
di Simone Lupino
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Mercoledì 12 Luglio 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 14:49

Mai più acqua razionata in caso di siccità per le aziende agricole dell’Alto Viterbese come avvenuto l’anno scorso a causa del caldo record. Il presidente del Consorzio di bonifica Etruria meridionale e Sabina, Gianluca Pezzotti, spiega quali saranno i benefici dei lavori in partenza sulla diga dell’Elvella, al confine tra Tuscia e Toscana, finanziati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con 2,5 milioni di euro.

“Non solo acqua per tutti. Oltre a garantire gli approvvigionamenti idrici in favore delle aziende agricole del comprensorio, riusciremo ad avere anche una maggiore superficie irrigua. Attualmente la diga ha una capacità di invaso più che sufficiente alle esigenze per superare l'estate. Ma al di là dell'andamento più o meno piovoso che si è verificato nei mesi di maggio e giugno, la tendenza che registriamo nell’Alto Viterbese è caratterizzata da fenomeni sempre più siccitosi e aridi e quindi con richieste irrigue dell’utenza agricola crescenti”.

Sarà una diga a prova di cambiamento climatico, quindi, l’Elvella. Bacino di importanza nevralgica per centinaia di aziende che coltivano mais, patate, erba medica e altre colture foraggere. I razionamenti l’anno scorso hanno funzionato, evitando danni. Ma non possono essere la regola.

A illustrare i principali dettagli tecnici del cantiere, è il direttore del Consorzio di bonifica Etruria meridionale e Sabina, l’ingegner Vincenzo Gregori: “I lavori di miglioramento delle condizioni di sicurezza strutturale e idraulica della diga, permetteranno di recuperare 500 mila metri cubi di volumetria, rispetto alle attuali quote autorizzare.

Da due milioni e mezzo arriveremo a sfiorare i tre milioni di metri cubi di volume utile di invaso. E’ inoltre previsto lo sfangamento e la rimozione del materiale depositato e addossato alla torre di manovra e di presa irrigua. Rimuovere questi sedimenti ci consente di mettere in sicurezza il prelievo irriguo. Come? Evitando l’immissione di materiale argilloso e limoso dentro il sistema delle condotte. In eventuali periodi di estrema siccità potremo spingerci a una quota più bassa di prelievo irriguo, anche con provvedimenti urgenti”.

I lavori partiranno subito dopo l’estate e dureranno circa un anno. Non ci sarà bisogno di svuotare l’invaso. “Per rimuovere i sedimenti verrà usato un sistema di dragaggio ‘su chiatta’, con l’ausilio di pompe idrovore”. Una diga per tutte le stagioni. D’estate, causa temperature record, la maggiore capacità di accumulo sarà funzionale a soddisfare la richiesta crescente di acqua; d’inverno, invece, “servirà a prevenire rischi idrogeologici in caso di precipitazioni ingenti, assolvendo il compito di bacino di laminazione e riducendo il rischio idraulico di valle”.

Alla diga dell’Elvella un lavoro di squadra, da una parte il consorzio, dall’altra le aziende agricole, “che stanno efficientando i sistemi di irrigazione per evitare gli sprechi”. Ma non basta, “serviranno altri invasi collocati in maniera strategica nel territorio, per garantire l’acqua a più aree possibili”.

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