Elezioni Viterbo, Michelini da giovane
"Era un latin lover e un buon goleador"

Leonardo Michelini con un compagno di università
di Federica Lupino
3 Minuti di Lettura
Venerdì 7 Giugno 2013, 13:32 - Ultimo aggiornamento: 13:33
VITERBO - Se bacio una donna stasera la metto in moto. Eccolo qui l'aneddoto che racconta di una giovent passata tra i libri e l'oratorio, le feste e il calcio.
Quando, quella notte d’estate dei primi anni '70, la mitica Fiat 500 color grigio topo si ferma di ritorno da un ballo a Montalto di Castro e lui, Leonardo Michelini, aspira un po' troppo la benzina per riempire il serbatoio e ne inghiotte qualche goccia.



«Non si perdeva mai d'animo, come non lo fa nemmeno ora. La battuta sagace per sdrammatizzare ce l'ha sempre avuta pronta», racconta l'amico di sempre, l'ingegner Sandro Sanetti, col quale quella nottata viene spesso rispolverata dalla memoria. Inseparabili sin da piccoli, cresciuti l'uno nell'oratorio dell'Ellera, l'altro in quello della parrocchia della Verità. La passione per il calcio, poi il liceo scientifico Ruffini, il viaggio a Rimini per festeggiare il diploma («Dormivamo in un sottotetto», ride), l'università a Roma, la carriera e la famiglia. E ora per Michelini, a 63 anni, l'ennesima sfida: governare Viterbo.



Nato a Pistoia nel settembre del 1950, da piccolo si è trasferito con la famiglia a Viterbo. Qui il padre ha aperto un piccolo vivaio a viale Trieste, all'altezza degli ex mercati generali. «La prima cosa che mi viene in mente di Leonardo da giovane? Beh, l'oratorio e il calcio», risponde Sanetti.



Michelini giocava come ala sinistra perché di piede è mancino: «Era famoso per i dribbling, i cross e i tiri potenti». Lo sport l'ha accompagnato per tutta la vita. «Andava pure a caccia, mentre io no. Però insieme - ricorda - abbiamo giocato parecchio a tennis». Michelini è stato una promessa del tiro a segno con carabina calibro 22. «Spesso lo accompagnavo ad allenarsi al poligono di tiro di Tor di Quinto. A casa conserva parecchie coppe. Poi l'impegno all'università lo ha portato ad abbandonare», aggiunge l’amico del candidato sindaco.



A 26 anni la laurea in ingegneria mineraria e il ritorno a Viterbo. «Non è mai stato un secchione, studiava il necessario ma è sempre riuscito bene». Il tempo libero, oltre lo sport, lo passava cogli amici. «Negli anni '60 la sua Fiat 500 ci ha accompagnati - racconta Sanetti - a ballare a Viterbo, Montalto, Vignanello, pure a Roma». Durante gli anni universitari, invece, la sera la passavano al cinema («Leonardo adorava Paul Newman, Marlon Brando e Arthur Penn», rivela), oppure a spasso per il centro. Ma i compagni lo ricordano anche per il successo che aveva con le donne. «Dove andava non passava mai inosservato. Io ero più timido ma lui no, era goliardico. Eh sì - dice con un po' di rammarico - rimorchiava molto più di me. Poi, a una festa a casa di amici, ha conosciuto la futura moglie e ha messo la testa a posto». I due si sposano nella chiesa di San Pietro di Tuscania, dove hanno girato Romeo e Giulietta di Zeffirelli.



Gusti particolari? «Solo per le cose buone, formaggi e vini in primis, ma sempre con moderatezza, privilegiando la qualità». Chissà se questo spirito da mediano conquisterà pure i viterbesi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA