Cultura, la rivoluzione di Antoniozzi: stop fondi a pioggia, l'Unione e "Viterbo città del cinema"

Cultura, la rivoluzione di Antoniozzi: stop fondi a pioggia, l'Unione e "Viterbo città del cinema"
di Massimo Chiaravalli
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Domenica 17 Luglio 2022, 04:45 - Ultimo aggiornamento: 16:56

Quella che il neo assessore - ma pure vicesindaco - chiama «rivoluzione culturale» partirà dal bando per le iniziative di Natale. Ovvero, stop ai finanziamenti a pioggia e punteggi più alti per chi fa sinergia. Ma l’altra novità è che si sta lavorando a “Viterbo città del cinema”, una sorta di museo con cimeli delle produzioni più recenti con una sala proiezioni. Poi c’è il sogno della fondazione per l’Unione. Per Alfonso Antoniozzi però come premessa c’è il momento sincerità: «Non credo che nei primi 100 giorni si noterà un cambiamento, ma almeno la capacità di problem solving».

Come pensa di impostare il settore cultura?
«Il primo impulso intendo darlo con il bando per il Natale.

Mi sono sempre opposto alla politica dei finanziamenti a pioggia, che a volte mandano briciole. Ne è prova il bando sugli eventi estivi: alcuni hanno detto no, grazie»

Quale sarà il cambiamento?
«Fa fatica a diffondersi la cultura della sinergia. Partendo dal Natale daremo più punteggio, e quindi più denari, a chi si presenterà in cordata, costruendo insieme un cartellone con più eventi. Per qualcuno sarà una rivoluzione brusca, ma da qualche parte bisogna cominciare. Chi ha portato avanti negli anni eventi di qualità, ad esempio Ferento, va comunque premiato. Proprio qui vorrei dare più respiro alla stagione, con eventi che la introducano e la chiudano».

Sul teatro Unione lei parlava di più alzate di sipario, coinvolgendo proprio Ferento, per accedere al fondo unico per lo spettacolo.
«È un obiettivo a lungo termine. Ora lo gestisce Atcl, dialogante e attento alle nuove esigenze dell’assessorato, che sono quelle di potenziarne la fruibilità. Il che significa fare più serate e affiancare alla stagione lirica il teatro ragazzi, amatoriale, sociale, per le scuole. Il primo obiettivo è far capire ai cittadini che ogni settimana a teatro c’è qualcosa. Quello a lungo termine è invece che ci sia qualcosa tre volte a settimana».

Una sua battaglia erano anche le produzione in proprio, per l’Unione.
«Sogno di creare una fondazione che faccia del teatro un soggetto terzo in cui il Comune avrà voce in capitolo, ma che sia gestito dal suo cda e dal suo direttore artistico. Devo però sondare quanta volontà ci sia sul territorio di diventare socio fondatore. Sarà una lenta transizione, ma così si innescherebbe un meccanismo virtuoso e arriverebbero fondi del ministero, oltre che da Comune e privati. L’obiettivo è slegare il teatro dal controllo diretto della politica e metterlo in condizione di essere un ente produttivo terzo».

Sulla festa di Santa Rosa avremo novità?
«Ci sarà un evento conclusivo, che immagino il 4 settembre. Oltre a quello proposto dalla Rete Unesco il 31 agosto in piazza San Lorenzo con l’orchestra e il coro di Leopoli. C’è un palco montato e attrezzato, vorrei ottimizzarlo inserendo in corsa anche due serate con bei titoli teatrali, che affideremo a due eccellenti compagnie di teatro amatoriale».

In tema di cinema, nel programma si parla di un centro multimediale per registrare gli interni: sarà una sorta di mini Cinecittà?
«Ci lavoreremo, e creeremo anche la Film commission, che sarà esterna con la partecipazione del Comune. Intanto c’è un’anteprima: un altro centro multimediale con titolo provvisorio “Viterbo città del cinema”, che supplirà in maniera temporanea alla carenza di una sala cinematografica in città. Perché all’interno intendo che ci sia una saletta di proiezione. Poi speriamo di supplire anche in maniera definitiva. Per questo progetto a disposizione abbiamo del materiale espositivo».

Sarà un cinema museo, quindi?
«Nascerà in uno spazio che aveva avuto un’altra destinazione e ci sarà la possibilità di assistere a proiezioni. Abbiamo cimeli del cinema recente: vorrei coinvolgere le realtà viterbesi che si occupano di questo settore, insieme a Simona Tartaglia e Carlo Cozzi, che hanno collaborato alla stesura del programma».

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