Bramucci ucciso per soldi e per vendetta

Bramucci ucciso per soldi e per vendetta
di Maria Letizia Riganelli
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Sabato 17 Settembre 2022, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 18:56

Ucciso per i soldi. E forse anche per vendetta. Salvatore Bramucci è stato freddato con sei colpi da qualcuno che era stato assoldato per farlo tacere per sempre. Qualcuno che voleva, probabilmente, il suo “tesoretto” e non voleva più trovarselo tra i piedi. Il 58enne originario di Civitavecchia è stato ucciso il 7 agosto scorso e subito le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo si sono incentrate sugli uomini che avevano eseguito l’agguato. Le tracce lasciate da gps, telefoni e telecamere di sorveglianza li hanno subito portati a Roma Est dove si nascondevano Tony Bacci (nella foto) e Lucio La Pietra.

I due 48enni che materialmente avrebbero premuto il grilletto contro Salvatore Bramucci. Fermandolo a pochi metri da casa mentre si stava recando al suo canile. Bramucci era al telefono, stava chiamando la moglie quando la Smart bianca con a bordo i due sicari gli ha bloccato la strada. Il telefono della vittima ha solo registrato poco parole, di sdegno verso un mezzo che gli bloccava la via. Ma una volta dati nomi e volti al commando di fuoco - di cui farebbe parte anche Alessio Pizzuti che avrebbe guidato la seconda auto ripresa dalle telecamere - gli investigatori hanno iniziato a delineare i possibili legami con i mandanti.

E da Roma Est sono tornati a Soriano nel Cimino. E qui avrebbero scoperto i legami tra i sicari e i familiari della vittima. In particolare con la cognata Sabrina Bacchio e il marito di lei Costantin Dan Pomirleanu.

Legami di amicizia e forse anche di “affari”. Bacchio e Bacci, in particolare, si sarebbero chiamati più volte poco prima dell’agguato. Forse per chiarire ancora una volta il piano diabolico. E mentre la cognata è rimasta vicino alla sorella diventata improvvisamente vedova, Bacci meditava di fuggire in Germania per far cadere sospetti e nascondersi alla legge. Resta da chiarire il nodo dei soldi.

Del tesoretto che Bramucci vantava di avere e che aveva appuntato sull’agendina rossa. «La vittima - scrive il gip nell’ordinanza - aveva in animo di riscuotere crediti maturati nel contesto delinquenziale, di cui si trova traccia nell’agenda sequestrata nella sua abitazione che riporta due pagine manoscritte contenenti sigle associate a cifre per un importo complessivo di 47.300 euro». Sul punto la moglie ha chiarito altri dubbi.«Aveva intenzione di riscuotere quanto prima i crediti per trasferisciti a Tenerife con la figlia. Mi disse che avrebbe riscosso il denaro che aveva prestato come usuraio.

Mi ha sempre detto che non faceva niente di male prestando i soldi a chi ne aveva bisogno. Ricordo che un mese fa è tornato a casa nervosissimo e alla mia richiesta del motivo mi ha risposto che si era incontrato con un tizio di Soriano si era presentato senza portare i soldi che gli doveva e lui lo aveva malmenato».

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