"Aperti solo la mattina per mancanza di personale": azienda agricola costretta a ridurre la produzione

Il cartello affisso a Bolsenza
di Federica Lupino
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Domenica 4 Settembre 2022, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 17:12

"Per mancanza di personale siamo aperti solo la mattina dalle 8,30 alle 13". Da anni Luciano Bruti, titolare dell'azienda agricola "Solo cose buone" ha da molto difficoltà ad assumere. "Ma mai prima d'ora ero stato costretto a chiudere il punto vendita di pomeriggio", ammette amareggiato. Non ha trovato nessuno e solo chiudendo il chiosco dopo pranzo riesce a raccogliere frutta e verdura che coltiva sulle sponde del lago.

"Mi basta quel cartello. Ho dovuto metterlo perché non volevo che qualcuno pensasse: 'Luciano non ha più voglia di lavorare'. E no, non è così", risponde inizialmente con poca voglia di approfondire, tanta è la delusione. Ma giusto il tempo di qualche domanda e la voglia di parlare, anzi di denunciare, gli viene: "Il reddito di cittadinanza? È solo una delle cause", assicura.

Insomma, per Luciano la misura introdotta dal Governo sotto la spinta del M5S non è l'unico motivo per cui non si trova personale. "La verità è che hanno tolto dignità al lavoro. Lo stanno facendo da anni, ormai. E il messaggio che è passato è che chi lavora è stupido. Chi suda lo è ancora di più. Ma peggio di tutti è chi suda e si sporca pure, come succede nei campi", dice senza remore. E continua: "È al lavoro manuale che hanno tolto dignità.

Ora si pensa solo ai servizi e ai Giga. Ma i Giga non si mangiano né servono a produrre cibo e assicurare acqua. Quando lo capiremo sarà troppo tardi", sentenzia.

Luciano è il primo intorno al lago ad aver inventato la vendita a chilometri zero, quello che da qualche tempo va tanto di moda. "Ho iniziato trenta anni fa - racconta - con una baracca di cannucce senza neanche elettricità: vendevo già allora quello che producevo stagionalmente. Ormai ho 60 anni, sono nato e vissuto sempre a Bolsena e ho visto come tutto è cambiato nel tempo. Persino il lago si è ritirato". Quasi fosse un segno di un mondo intorno che a trattis embra irriconoscibile.

"Sono anni - continua - che ho difficoltà a reperire chi è disposto a lavorare qualche ora in campagna. Stavolta in tre si sono presentati ma mi hanno fatto solo perdere tempo: non c'è voglia di faticare, di sporcarsi. La manualità ormai non è più vista come un valore". Così è stato costretto a tenere chiuso il pomeriggio "altrimenti non avrei tempo di raccogliere i prodotti. Andrò avanti, io me la cavo. La domanda del resto c'è, non è mai calata. Sono piuttosto io a dover ridurre la produzione per mancanza di forza lavoro", conclude.

E questa volta non c'entrano nemmeno il caro energia o la siccità.

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