«Siamo tutti si legge nell'incipit - attuali enti gestori di centri di accoglienza straordinaria in forza della precedente gara europea indetta dalla Prefettura di Viterbo. Quali operatori economici interessati a partecipare al nuovo bando di gara e quali soggetti portatori nel relativo procedimento amministrativo di interessi giuridicamente qualificati, con la presente istanza chiediamo formalmente l'auto annullamento in autotutela, previa sospensione, del bando di gara e di tutti gli atti del procedimento».
Quindi, segue una lista dettagliata degli aspetti che pregiudicherebbero la legittimità dell'avviso. Motivazioni economiche, innanzitutto. Con conseguenze precise sulla quotidianità dell'accoglienza.
«La base d'asta scrivono i gestori - da un lato non valuta in alcun modo i costi per gli enti gestori della corretta esecuzione di servizi e prestazioni che pure sono espressamente richiesti. Vi sono poi altre fondamentali voci del tutto sottostimate. Tali gravi incongruenze viziano l'atto finale del procedimento amministrativo in esame e gli atti presupposti sotto il profilo dell'eccesso di potere per irragionevolezza, illogicità e contraddittorietà».
Esempi? «Non vengono presi in considerazione i maggiori oneri connessi all'accoglienza di persone vulnerabili, quali i minori, anziani, donne incinta, famiglie monoparentali, vittime di tratta, sofferenti psichici e tutto ciò che ruoti attorno alla sfera bio-psico-sociale dell'ospite, laddove presenti patologie invalidanti o meno», sostengono.
Inoltre, il bando violerebbe gli standard di accoglienza previsti dall'Unione europea, «che prevede l'obbligo di adottare norme in materia di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale che siano sufficienti a garantire un
livello di vita dignitoso».
I ricorrenti accusano il nuovo avviso di sacrificare l'integrazione e ridurla alla fornitura di «vitto e alloggio per persone disperate».
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