Costretta a vivere dentro un recinto grande come i sei rettangoli dell’esame audiometrico, ognuno a indicare un passo verso l’isolamento fino a precipitare nel silenzio più profondo. «Sua figlia non parlerà, non sentirà mai» dissero a papà Maurizio e a mamma Lucia. La vita di Elisa costretta in un diagramma: da una parte i decibel, dall’altra le frequenze, quasi una formula matematica per escludere la possibilità di una vita “normale”. «Vedi? Voi normodotati siete qui – dice indicando la parte alta del grafico dell’audiometria tonale - io invece non vado oltre questi rettangoli». A dieci mesi le diagnosticarono la sordità neurosensoriale bilaterale profonda «la più grave» spiega dopo aver riposto in borsa l’ultimo esame effettuato al Policlinico Gemelli. Tira su la manica del golfino e mostra sul braccio sinistro un pentagramma con alcune note e un cuore tatuati. «La musica ha cambiato la mia vita». Video: Francesco Iovine/Ag. Toiati
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