Fiumicino, i detriti sul basso fondale del porto-canale imprigionano i pescherecci

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Giovedì 1 Settembre 2022, 11:25

di Umberto Serenelli

Raffica di stop per i pescherecci della flotta di Fiumicino a causa dei detriti presenti sul basso fondale. Nel giro di una settimana le eliche di tre imbarcazioni adibite alla cattura del pesce non sono riuscite a lasciare il porto-canale perché bloccate dalla presenza nell’alveo di copertoni, funi di acciaio, pezzi di cordame e reti. Ieri è rimasto in panne, al centro della Fossa Traianea, il motopesca di 80 tonnellate “Nonna Maria”, mentre nei giorni scorsi si sono registrati problemi che hanno coinvolto il “Jamaica” e la “Maria Madre”. «Verso le 5.30, durante le operazioni di uscita in mare, sono stato contattato dal comandante della “Nonna Maria” che non riusciva a manovrare l’imbarcazione perché l’elica si era bloccata a circa cento metri dalla foce – precisa Gerardo Esposito, comandante della “Nonno Ciro” -. Ci siamo precipitati e abbiamo messo in sicurezza il peschereccio nell’ormeggio davanti al cantiere nautico Alimar. La presenza di rifiuti sul fondale sta diventando un serio problema per la navigazione. Di fatto due barche non sono potute andare in mare per la solita giornata di pesca e in più l’armatore della “Nonna Maria” è stato costretto a affrontare le spese della speciale azione dei subacquei».

In tarda mattina infatti si sono immersi sul fondo limaccioso i sommozzatori della società MTM Service che hanno liberato la grossa elica dalla presenza di un copertone circondato da funi e pezzi di rete. «Almeno due volte a settimana veniamo chiamati dalla flotta per questo tipo di operazione o per controllare gli scafi – sottolinea Pierluigi Caponetto, responsabile della MTM Service, società specializzata in questo tipo di lavori -.

Mi rendo perfettamente conto che la nostra azione comporta una spesa per gli armatori». Gli operatori portuali chiedono aiuto alla Capitaneria di porto affinché si attivi per far intervenire l’Autorità di sistema portuale in un momento in cui l’alveo del canale navigabile è al minimo storico a causa dell’assenza di precipitazioni atmosferiche.

«Siamo stanchi di denunciare il basso fondale e la “ricca” presenza di detriti sul letto del fiume – commenta Gennaro Del Prete, presidente della cooperativa Pesca romana -. Abbiamo inoltrato alla Capitaneria la richiesta di una riprofilatura e una bonifica dell’alveo che andrebbe programmata periodicamente dall’Autorità portuale. L’altro aspetto è legato al fatto che gli equipaggi continuano a perdere giornate di lavoro in un periodo difficile per la categoria e dopo le recenti battaglie sull’aumento del gasolio». I pescatori sono anche preoccupati per l’avanzata del cuneo salino, arrivato oltre il ponte “2 giugno”, che sta provocando problemi agli scafi con la presenza di cozze e denti di lupo, molluschi che vivono in acqua salmastra.
 

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