Graduatoria medicina 2023, test venduti: scatta il ricorso

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Tutto è partito da una chat. In particolare da un gruppo su Telegram. Qui qualcuno avrebbe offerto la possibilità di acquistare informazioni sulle domande dei test di medicina e odontoiatria a pagamento, con prezzi fino a venti euro. Un corso di preparazione più completo, con l'anticipazione delle domande, sarebbe stato venduto poi a migliaia di euro. Queste irregolarità sono state denunciate in un esposto in procura e in un ricorso al Tar, con l'accusa di falsificazione delle graduatorie. Lo studio legale di Palermo "Leone - Fell & C." ha definito la situazione come "il più grande scandalo che abbia mai colpito il sistema del numero chiuso". Si afferma che ci siano presunti espedienti scorretti nella prima edizione dei Tolc, la nuova modalità di accesso alle facoltà di medicina che ha previsto due sessioni: una ad aprile e una a luglio. Gli avvocati affermano che ci sia stata una scarsa supervisione da parte del Cisia, il consorzio responsabile delle prove di ingresso, e chiedono un'indagine approfondita da parte del ministero dell'Università. Nel frattempo, il Ministero dell'Università ha annunciato che chiederà ulteriori chiarimenti per garantire la correttezza delle prove di ingresso. «È urgente una risposta celere e approfondita da parte del ministero dell'Università». A dirlo è la senatrice M5s Dolores Bevilacqua che ha depositato un'interrogazione rivolta alla ministra Anna Maria Bernini. Qualche giorno fa, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, aveva definito il quiz «a livello della camorra». Dalla Giunta regionale della Campania è quindi partita la bozza del disegno di legge per abolire il numero chiuso per le professioni sanitarie. Graduatoria test medicina 2023, studio legale ricorre al Tar