Per la vacanza principale molto richieste le abitazioni private e le case vacanze: il 16,5% dei vacanzieri alloggerà in albergo preferendo dal 3 stelle in su, mentre una quota complessiva del 36,3% di turisti si recherà nelle abitazioni private: il 16,1% in appartamenti in affitto, il 10,4% ospite da amici e parenti, il 9,8% nella propria abitazione di vacanza. Seguono i B&B (8,9%) e i villaggi turistici (6,3%) e l’agriturismo (5,2%).
Il 32,8 per cento si concederà fino a 10 notti, il 26,4% anche di più. Soggiorni inferiori a una settimana per il 17,4% che trascorrerà una vacanza da 4 a 6 notti, e per il 10,4% che farà soggiorni brevi da 3 notti o meno. Per chi resta in Italia le principali destinazioni dell’estate in testa sono Puglia (12,4%), Sicilia (11%), Toscana (10,6%), un podio che stacca le altre località in Trentino Alto Adige (7,2%), in Sardegna (6,5%) ed Emilia Romagna (6%). Chiudono la Top10 il Veneto (5,8%), la Liguria (5,7%), la Campania (5,1%) ed a pari merito la Lombardia e la Calabria (4,9%). All’estero gli italiani sceglieranno l’Europa Mediterranea (37%), il nord Europa (29%) e l’Europa dell’Est (12,7%). Tra coloro che andranno in località extraeuropee il 6,9% negli States, il 3% in Cina e Asia, il 2,7% nell’America Latina, lo 0,8% in Canada e lo 0,2% in Russia. Parola d'ordine outdoor: oltre la metà dei vacanzieri italiani quest'estate sceglierà il mare (59,8%), o comunque la vacanza naturalistica (30%). Seguono le scelte di montagna (25,6%) ed il relax (25,5%) mentre per il 23,2% il soggiorno estivo è motivo di esperienza culturale. Tra le altre motivazioni di soggiorno rilevanti, la vacanza enogastronomica (13,6%) e quella esperienziale del territorio (11,2%), il turismo termale (10,1%) sportivo (6,9%) e d’avventura (6,8%). Ancora a seguire il soggiorno al lago (4,5%), il turismo rurale (3,8%) e la vacanza zaino in spalla (3,7%).
Dall'estero segnali positivi di voglia di vacanza in Italia: stop al calo delle prenotazioni aeroportuali dal 1° giugno al 19 luglio (complessivamente stabili al -91,4%): in particolare, la Germania passa da -88,4% a -86,1%, e la Francia da -86,6% a -83,4%, i Paesi Bassi da -84,6% a -80,6%, la Russia da -91,2% a -90,4%.
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