Vaticano, il cardinale Woelki nei guai per il reato di spergiuro: aveva detto di non sapere di un prete pedofilo

Vaticano, il cardinale Woelki nei guai per il reato di spergiuro: aveva detto di non sapere di un prete pedofilo
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 28 Giugno 2023, 12:11 - Ultimo aggiornamento: 16:13

Si sta complicando a livelli mai visti il caso del cardinale tedesco Rainer Maria Woelki, mettendo a nudo persino l'incapacità del Vaticano a fare chiarezza su una vicenda imbarazzante che si trascina tra mille polemiche da mesi. Alcuni giorni fa la polizia tedesca ha fatto perquisizioni in alcuni edifici della diocesi di Colonia per verificare se il cardinale fosse reo di spergiuro. Il porporato (appartenente all'ala più conservatrice e certamente contrario al cammino delle riforme avviate nella Chiesa) è al centro di una indagine di abusi a carico di un prete di Düsseldorf. Woelki aveva detto in tribunale di non aver saputo mai nulla sui sospetti di pedofilia nei confronti di questo sacerdote ma poi è stato smentito dalla stampa tedesca che ha pubblicato una sua lettera indirizzata alla Congregazione per la dottrina della fede dalla quale affiora che  già nel 2018 conosceva quanto stava accadendo. Nella missiva, infatti, Woelki elenca meticolosamente le aggressioni sessuali del presule contro alcuni giovani.

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Inizialmente il cardinale si era difeso dicendo di aver incaricato un suo funzionario di scrivere il testo ma di non averlo mai letto.

Tuttavia dai documenti in possesso della stampa si dimostrerebbe il contrario. In un'altra lettera firmata dall'allora funzionario dell'arcidiocesi di Colonia, Günter Assenmacher, si evidenzerebbe che tutto fu concordato («ho redatto un dossier che il cardinale ha inviato oggi con una lettera di accompagnamento alla Congregazione per la Dottrina della Fede tramite la Nunziatura, con la richiesta di ulteriori istruzioni») Siccome in Germania la falsa testimonianza è un reato e prevede una pena di almeno un anno di reclusione i magistrati hanno provveduto a fare le verifiche mediante perquisizione. 

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In questo pasticciato caso Woelki sembra che ormai si sia creato un cortocircuito anche Vaticano al punta da gettare ulteriori ombre sulla gestione degli abusi. In passato Woelki aveva presentato al Vaticano per ben due volte le dimissioni che furono respinte. Alcuni mesi fa il cardinale di Monaco, Marx ha anche criticato Roma per una certa mancanza di trasparenza nell'affrontare le vicende sulla pedofilia.  «Servono procedure trasparenti e comprensibili», aveva detto in un'intervista a Welt am Sonntag. Nel frattempo il Papa aveva autorizzato un visitatore apostolico a fare luce sulla diocesi di Colonia mentre in Germania le proteste contro Woelki aumentavano. Lui aveva offerto ancora una volta a Francesco le sue dimissioni che però venivano respinte di nuovo.

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Secondo un'indagine accademica del 2018, sono stati abusati 3.677 bambini in un periodo compreso tra il 1946 e il 2014 da religiosi e membri della Chiesa cattolica. Diverse organizzazioni ritengono che il numero sottostimato non avendo avuto accesso a tutti gli archivi delle diocesi. Lo scorso 13 giugno, l'arcidiocesi di Colonia è stata condannata a pagare ben 300.000 euro di danni a un uomo che quando era adolescente è stato vittima di molteplici abusi.

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Scioccato per i modi delle indagini (circa 30 agenti) ora il cardinale Woelki avrebbe intenzione di intraprendere un'azione legale dopo che gli investigatori hanno perquisito la sua residenza e altri edifici dell'arcidiocesi di Colonia. «Ciò che ci preoccupa non è il raid, ma il fatto che le informazioni e la data sembrano essere state divulgate ai media» ha detto il suo avvocato di Woelki, Bjoern Gercke, al quotidiano Die Zeit. Per questo motivo, ha previsto di presentare una denuncia penale contro ignoti per violazione della riservatezza.
 

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