Città del Vaticano - I vertici della Cei hanno incontrato questa mattina alcune vittime di preti pedofili ma non c'era nessuno della Rete l'Abuso, l'unica associazione di vittime esistente, fondata da un uomo violentato quando era adolescente e ora fortemente impegnato nelle sedi internazionali a sollevare l'anomalia italiana: «Noi poniamo un interrogativo importante: Cosa intendono fare Ue e Onu per fermare gli abusi sui minori del clero in Italia?» si chiede Francesco Zanardi che spinge anche perchè il Parlamento vari una commissione di inchiesta capace di analizzare il fenomeno esattamente come già è accaduto in Portogallo, Francia, Germania, Irlanda, Belgio, Austria, Spagna. A suo dire «sono numerose le problematiche che lo Stato italiano fa finta di non sapere, dalla difficoltà delle denunce, alle possibili modalità di insabbiamento, fino alla mancanza di una commissione nazionale indipendente» per studiare il fenomeno negli ultimi 70 anni, esattamente come è stato fatto in Europa.
Nel comunicato della Conferenza episcopale si parla di un «incontro avvenuto in un clima sereno ma intenso» ma senza specificare il numero dei sopravvissuti coinvolti, nè il periodo in cui sono avvenuti gli abusi e, soprattutto, informazioni sulle pene (canoniche o civili) comminate ai religiosi.
«L’incontro, aperto con una preghiera penitenziale, è durato circa tre ore» si legge nella nota.
Nel comunicato non si fa menzione a nessuna forma di giustizia riparativa, in particolare alla questione dei risarcimenti per le vittime, come invece è stato fatto da tutte le altre conferenze episcopali europee. In Germania per le vittime è possibile persino compilare sul sito delle diocesi un formulario on-line. In Francia l'episcopato ha stanziato una cifra sostanziosa per affrontare gli obblighi, fino a determinare la vendita di molti beni immobiliari.
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