Ucraina, i vescovi dal Papa si sfogano ma Bergoglio rassicura: «sono con voi»

Ucraina, i vescovi dal Papa si sfogano ma Bergoglio rassicura: «sono con voi»
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 6 Settembre 2023, 16:28 - Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 09:58

Città del Vaticano – I vescovi ucraini sono arrivati a Roma e in una riunione fiume con il Papa hanno vuotato il sacco, si sono sfogati dicendogli senza troppi giri di parole che gli ucraini sono rimasti «delusi» da alcune sue dichiarazioni percepite come filorusse, l'ultima relativa alla citazione sulla 'madre russia'. Un passaggio particolarmente pesante da digerire per chi vive sotto le bombe. «Parole dolorose e difficili per il popolo ucraino, che attualmente sta sanguinando nella lotta per la propria dignità e indipendenza». Le incomprensioni sorte con il Vaticano dall'inizio della guerra sono state cicliche a cominciare dalla visita di Bergoglio all'ambasciatore russo dopo l'aggressione, alla mancata visita papale a Kiev, e poi la via crucis al Colosseo affidata a una donna ucraina e russa in una sorta di par condicio del dolore. E ancora la preghiera per la Dugina, le frasi sulla Nato che abbaia ai confini della Russia. I vescovi ucraini hanno spiegato a Francesco come ogni suo gesto e ogni suo discorso vengano sfruttati dalla propaganda russa per «giustificare e sostenere l'ideologia omicida del mondo russo, perciò i fedeli della nostra Chiesa sono sensibili a ogni parola di Vostra Santità come voce universale della verità e della giustizia» hanno affermato i vescovi. 

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E' stato un lungo dialogo «franco e sincero», che tradotto dal linguaggio neutro e felpato della Chiesa, significa che lo scambio avvenuto deve essere stato a tratti piuttosto ruvido e teso.

E' la prima volta che il Papa e tutti i vescovi ucraini si incontravano dopo la crisi innescata dalle affermazioni papali sulla 'madre Russia' sfociate ultimamente in una quasi crisi diplomatica con l'Ucraina. L'incontro è iniziato stamattina alle sette, un'ora insolita fissata tanto presto per avere maggiore tempo possibile per sciogliere i dubbi, le varie problematiche e persino i sospetti che si sono accumulati in questi mesi. 

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Il vescovo Sviatoslav Shevchuck ha spiegato in un comunicato che «questo incontro è stato un momento di ascolto reciproco e un'opportunità di dialogo franco e sincero», iniziato con una preghiera comune per una pace giusta e per tutti coloro «che in questo momento stanno morendo nel nostro Paese per mano dell'aggressore russo». 

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Il Papa ha sottolineato che di ritorno dalla Mongolia ha avuto modo di chiarire le sue affermazioni sulla 'madre Russia” facendo riferimento «al patrimonio culturale di un popolo che subisce una "diluizione" e viene sottoposto a manipolazioni da parte di un certo potere statale, a seguito delle quali si trasforma in un'ideologia che distrugge e uccide. È una grande tragedia quando una tale ideologia si intromette nella Chiesa e sostituisce il Vangelo di Cristo». 

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Il Papa ha assicurato la sua solidarietà e la costante vicinanza. «Io sono con il popolo ucraino».Come gesto speciale ha portato con sé un'icona della Theotokos (Madre di Dio), che ha mostrato ai vescovi. «Questa icona mi è stata regalata dal vescovo Sviatoslav quando era un giovane vescovo in Argentina.Davanti a lei prego ogni giorno per l'Ucraina». 

I vescovi hanno ringraziato Papa Francesco per il suo costante sostegno a livello internazionale, le sue azioni umanitarie, i suoi sforzi personali per la liberazione dei prigionieri, la missione di pace dell'inviato speciale, il cardinale Matteo Zuppi, e gli sforzi per la liberazione dei prigionieri di guerra, in particolare per i sacerdoti redentoristi, padre Ivan Levytskyi e padre Bohdan Haleta, che sono ancora prigionieri in Russia. Al termine dell'udienza sono stati consegnati al Papa alcuni oggetti personali dei prigionieri: una croce missionaria, un libro di preghiere e un rosario.

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