Papa Francesco a Nagasaki accanto alla foto simbolo anti-nucleare del bambino impietrito

Papa Francesco a Nagasaki accanto alla foto simbolo anti-nucleare del bambino impietrito
di Franca Giansoldati
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Domenica 24 Novembre 2019, 09:11 - Ultimo aggiornamento: 18:37

Nagasaki (Giappone) – Nel cratere scavato dall'esplosione della bomba atomica a Nagasaki, il Papa ha voluto incontrare il figlio del fotografo americano che, trenta giorni dopo il disastro, scattò la foto iconica del bambino impietrito davanti al crematorio con il fratellino di pochi mesi senza vita, tenuto sulle spalle come un fagotto. Una immagine simbolo conosciuta in tutto il mondo che, in occasione della visita papale, è stata sistemata anche accanto al memoriale delle vittime. 

Francesco ha stretto le mani a Tyge O'Donnell, il figlio di Joe, il fotogiornalista che nel 1945 lavorava per l'Agenzia di informazioni degli Stati Uniti e che ha raccolto in una serie di immagini la devastazione totale di Fat Man, la bomba atomica al plutonio, che mise fine alla Seconda Guerra Mondiale e avviò, di fatto, la guerra fredda. 

Fino all'ultimo anche il Papa aveva sperato che il bambino della fotografia, rimasto ancora oggi senza nome, a distanza di tanto tempo da quei fatti, potesse saltare fuori e manifestarsi. Le immagini di O'Connell sono documenti preziosi e tragici che aiutano a fare capire alle nuove generazioni la potenza degli armamenti atomici. 

Le altre terribili immagini di O'Connell - diffuse solo alla fine degli anni Ottanta - si concentrano su volti di persone sfigurate dalle radiazioni, paesaggi fantasma per chilometri quadrati, senza nemmeno più un albero, un edificio o una casa. Tutto in quella esplosione venne polverizzato in pochi secondi. Il fotografo di guerra O'Connell dopo avere trascorso mesi a riprendere con la sua macchina fotografica quello che restava delle città di Hiroshima e Nagasaki, tornando a casa, negli Usa, si convinse che utilizzare l'atomica fu un errore.  Un dilemma che fino all'ultimo accompagnò anche il presidente americano Truman che diede poi l'ordine di sganciare le due bombe.

Dalle ricostruzioni dell'epoca si sa che non tutti, all'interno dell'amministrazione americana, erano concordi nel ritenere l'atomica un atto necessario, visto che il Giappone, di fatto, era un paese già sconfitto.