Città del Vaticano – Mentre il Vaticano si muove in un'area di enorme prudenza diplomatica, a tal punto che ancora oggi non è mai stata pronunciata ufficialmente la parola “Russia”, l'arcivescovo di Kiev (da dodici giorni sotto le bombe, impotente e disperato), ha fatto avere un messaggio pressante ai fedeli ucraini diffusi nel mondo in cui implora la no fly zone.
La richiesta
Monsignor Shevchuck ha chiesto «alla comunità mondiale di chiudere il cielo sopra l'Ucraina! Perché sono proprio i missili da crociera russi ad uccidere oggi la maggior parte dei civili nelle nostre terre».
L'arcivescovo ricorda che per i cristiani che vivono secondo il calendario giuliano, oggi in Ucraina è il primo giorno di Quaresima. «Oggi preghiamo, digiuniamo e facciamo buone azioni. Vorrei ringraziare in particolare la nostra Caritas Ucraina, che sta facendo del suo meglio per fornire l'essenziale laddove oggi la situazione è in assoluto più difficile».
La Cattedrale Patriarcale della Resurrezione di Cristo a Kyev così come altre parrocchie ormai sono veri e propri centri di salvezza della vita umana.
La guerra intanto si sta facendo sempre più atroce soprattutto a Kiev. La descrizione che fa è terribile: «Nella periferia sono in corso feroci combattimenti. In un immenso e terribile campo di battaglia si sono trasformate tre città, situate a poche decine di chilometri dal centro di Kyiv: Irpin, Gostomel e Bucha. Ieri abbiamo ricevuto la notizia che il sindaco di Hostomel, signor Yuriy Prylypko, è stato ucciso proprio mentre distribuiva cibo e medicinali ai bisognosi. È stato ferito il sindaco di Bucha, Vadym Denysenko, che ha svolto coraggiosamente i suoi compiti».
L'arcivescovo ringrazia poi tutti coloro «che oggi esercitano realmente il potere statale a vari livelli in Ucraina e organizzano la difesa della nostra popolazione. Purtroppo tutti i discorsi sui corridoi verdi per poter evacuare le persone dalle città, che soffrono di più a cosa dell’assedio e dei bombardamenti, non si sono avverati» analizza sconfortato.
Shevcuck ha infine ringraziato in modo particolare i vescovi cattolici dell'Asia, in particolare di Hong Kong.