Papa Francesco accusa: «Troppi sofferenti sui marciapiedi delle nostre città». A San Pietro c'è il presidente argentino Milei

l'abbraccio tra Papa Francesco e il presidente Milei in basilica
di Franca Giansoldati
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Domenica 11 Febbraio 2024, 10:37 - Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 14:04

In basilica, sotto il grande arazzo che ritrae la prima santa argentina, Mama Antula ci sono Papa Francesco e, seduto nel primo banco, il presidente Javier Milei. È  arrivato apposta a Roma per rendere omaggio a questa religiosa molto popolare e amata tra i più poveri, certamente una occasione preziosa per 'ricucire' i rapporti con il pontefice che in campagna elettorale aveva offeso ripetutamente. «Asino», «imbecille», «comunista demoniaco», «anticristo». 

Papa Francesco nella lunga omelia preparata fa riferimento all'opera sociale di Mama Antula ricordando che assisteva gli indios e i più miserabili nell'Argentina del XVIII secolo. E poi commentando la pagina del Vangelo sottolinea come anche oggi le società mettano in disparte i fragili. Sono loro i nuovi lebbrosi. Il messaggio nemmeno troppo velato è diretto a Milei considerando i tagli al welfare che sta portando avanti per aggiustare una economia  a rotoli.

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Dice il Papa: «Paura, pregiudizio e falsa religiosità: ecco tre cause di una grande ingiustizia, tre “lebbre dell’anima” che fanno soffrire un debole, scartandolo come un rifiuto. Fratelli, sorelle, non pensiamo che siano solo cose del passato. Quante persone sofferenti incontriamo sui marciapiedi delle nostre città! E quante paure, pregiudizi e incoerenze, pure tra chi crede e si professa cristiano, contribuiscono a ferirle ulteriormente! Anche nel nostro tempo c’è tanta emarginazione, ci sono barriere da abbattere, “lebbre” da curare. Ma come?» Le parole risuonano gravi.

Alla cerimonia stavolta non c'è il grande pieno di fedeli, tante sedie in fondo a san Pietro sono rimaste vuote, in compenso c'è tutta la comunità argentina presente a Roma. 

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La santa, al secolo María Antonia de Paz y Figueroa, è particolarmente cara anche al Papa e a tutti i gesuiti. «E' stata toccata da Gesù grazie agli Esercizi spirituali, in un contesto di miseria materiale e morale, si è spesa in prima persona, tra mille difficoltà, perché tanti altri potessero vivere la sua stessa esperienza. Così ha coinvolto migliaia di persone e fondato opere vive anche ai nostri giorni. Pacifica nel cuore, girava “armata” di una grossa croce di legno, di un’immagine dell’Addolorata e di un piccolo crocifisso che portava al collo, a cui era aggrappata una statuina di Gesù Bambino». 

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Milei non appena arriva in basilica viene sibito inquadrato dalle telecamere. Erano anni che in Italia non si registrava una aspettativa mediatica tanto alta per la visita di un presidente argentino, anche se Milei - chiamato il Trump dell'America Latina o anche El Loco, il matto, per via di certe sue uscite bizzarre in campagna elettorale - è di fatto il nuovo fenomeno politico in America Latina, e ora protagonista di una discussa riforma economica che sta incendiando il paese.

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Domani  è prevista la visita ufficiale nel Palazzo Apostolico e il  colloquio. Milei proverà a strappare a Sua Santità la promessa di recarsi in Argentina entro la fine dell'anno. Potrebbe essere l'inizio di un rapporto interessante e complesso, ancora tutto da costruire e definire. Francesco in queste settimane di rivolta sociale vedendo i tagli draconiani e lo sciopero generale che ha paralizzato tutto, ha manifestato grande preoccupazione per i poveri. Nel frattempo Milei ha rassicurato che le fasce sociali fragili saranno tutelate anche se occorre capovolgere il destino economico del Paese segnato da una inflazione che ha raggiunto cifre record. La legge omnibus però fatica ad avanzare e ha già subito una sconfitta alla Camera tanto che Milei sta considerando un rimpasto di governo con gli uomini dell'ex presidente Mauricio Macri.

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A fare parte del seguito (piuttosto nutrito) c'è anche un rabbino suo amico Axel Wahnish e prossimo ambasciatore designato in Israele. La prima tappa del viaggio in Europa è stata a Gerusalemme per manifestare solidareità dopo ill 7 ottobre al popolo israeliano. Al Muro del Pianto Milei evidentemente commosso si è lasciato andare allo sconforto mentre le telecamere riprendevano il suo volto rigato e scosso da singhiozzi. Poco dopo ha annunciato il trasferimento dell'ambasciata argentina da Tel Aviv a Gerusalemme, in piena guerra, proprio come fece a suo tempo Trump. 

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