Milei a Roma per riconciliarsi con Papa Francesco (e vedere Mattarella e Meloni), nella Capitale tra visita al Colosseo e rimpasto di governo

Domani a San Pietro per la messa di canonizzazione di Mama Antula e poi l'incontro con il pontefice

Milei a Roma per riconciliarsi con Papa Francesco (e vedere Mattarella e Meloni), nella Capitale tra visita al Colosseo e rimpasto di governo
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Sabato 10 Febbraio 2024, 19:47

Prima la visita di "riconciliazione" con il Papa, che ha più volte pesantemente insultato, salvo poi "pentirsi" per non alienarsi troppo la parte di elettorato cattolico che si riconosce in Francesco, poi gli incontri istituzionali con Giorgia Meloni e Sergio Mattarella.

Il presidente argentino Javier Milei è sbarcato a Roma, reduce da una visita in Israele, dove ha annunciato il trasferimento dell'ambasciata a Gerusalemme, e furioso per la bocciatura della sua "legge omnibus", il provvedimento-monstre alla base della sua agenda di riforme economiche che dovrebbero rivoltare l'Argentina e che è stato costretto a ritirare per mancanza di sostegno in Parlamento.

Il Papa e la prima santa argentina: Mama Antula, icona dei poveri e protettrice dei gesuiti. Alla canonizzazione anche Milei

Milei a Roma, la visita notturna al Colosseo

E da Roma - dopo una visita notturna al Colosseo insieme alla sorella Karina e dopo aver deciso di alloggiare in hotel invece che all'ambasciata argentina, come da programma, perché non di suo gradimento, scrivono i media di Buenos Aires - il presidente ultraliberalista è tornato ad attaccare deputati e governatori, sostenendo che il ritiro della sua legge «ha messo in evidenza dove sta il sudiciume in politica».

L'occasione della visita in Vaticano e poi in Italia è la canonizzazione di María Antonia de San Giuseppe de Paz y Figueroa, nota come Mama Antula, prima santa argentina: Milei parteciperà domani mattina alla messa presieduta da Papa Francesco. Che poi lo riceverà in udienza lunedì alle 9: un incontro pacificatore, dopo che Milei lo ha definito tra l'altro «Gesuita che promuove il comunismo», «rappresentante del Male nella Casa di Dio», «persona nefasta». Ma, come detto dal vescovo di Buenos Aires, Jorge Inacio Garcia Cuerva, «il Pontefice è un uomo capace di perdonare e riconosce l'importanza delle relazioni istituzionali».

L'incontro con il Papa

Il presidente e Bergoglio dovrebbero parlare della visita in Argentina del Papa, che ha ribadito di voler tornare «dopo 10 anni» a Buenos Aires, dove manca dalla sua elezione al soglio pontificio.

E Milei, come già fatto in una telefonata il mese scorso, rinnoverà l'invito. Nel corso dell'udienza - che sarà seguita da un colloquio con il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin - dovrebbero parlare di temi sociali e di difesa della vita, in particolare dell'aborto, questione sensibile riemersa nei giorni scorsi, con il partito del presidente, Libertad avanza, che ha presentato una legge che mira a vietare l'interruzione di gravidanza.

Sempre lunedì il presidente argentino ha in agenda un incontro a Palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni, che, come rivendicato da lei stessa, «è stata la prima leader europea a chiamarlo» dopo la vittoria alle elezioni di novembre. «Una personalità affascinante», lo ha definito Meloni, ricordando che «Roma e Buenos Aires condividono valori comuni che definiscono la nostra azione di politica estera nell'attuale contesto internazionale». Ma soprattutto la premier aveva sottolineato «i profondi legami storici e culturali» tra i due Paesi, con l'Argentina che ospita circa 25 milioni di italiani o di origine italiana. Con Meloni al governo - forte di un rapporto che è stato mediato dal leader di Vox Santiago Abascal, trait d'union tra la leader di Fdi e l'ultraliberista - l'anarco-capitalista Milei spera soprattutto in un rilancio delle relazioni economiche. E per questo è sbarcato a Roma con una delegazione di rappresentanti di una trentina di imprese che, guidati dalla ministra degli Esteri Daria Mondino, saranno martedì in Confindustria per invitare l'Italia a investire di più in Argentina, in un contesto che resta difficile.

Il rimpasto nel governo

Una visita nella Capitale italiana che cade in un momento "delicato" per Milei. A soli due mesi dal suo insediamento, il presidente argentino ha effettuato il primo rimpasto di governo chiedendo le dimissioni di due importanti funzionari di aree strategiche. Si tratta del direttore della Previdenza sociale (Anses), Osvaldo Giordano, e della segretaria per le Miniere, Flavia Royon: due funzionari dell'esecutivo in quota all'opposizione cosiddetta "dialoghista", considerata da Milei come la principale responsabile dell'affossamento della legge omnibus alla Camera la settimana scorsa.

«Il presidente Javier Milei ha sollecitato le dimissioni del direttore dell'Amministrazione nazionale della previdenza sociale e della segretaria per le Miniere. I nomi dei loro successori verranno comunicati nei prossimi giorni», recita una breve nota dell'Ufficio della Presidenza argentina pubblicata su X. «La crisi economica e il momento storico attuale richiedono funzionari pubblici impegnati per la modernizzazione, la semplificazione e la sburocratizzazione dello Stato. Coloro che rivestono cariche pubbliche devono difendere gli argentini dai costanti attacchi di coloro che pretendono di conservare i loro privilegi», conclude il comunicato.

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