Città del Vaticano - Si apre stamattina a Matera iI Congresso Eucaristico Nazionale che chiuderà Papa Francesco domenica prossima, proprio nel giorno delle elezioni. Per non mettere a repentaglio il diritto di voto dei vescovi e dei preti che da tutta Italia si sono iscritti, Bergoglio ha anticipato il suo ritorno in Vaticano di un paio d'ore, rivedendo e sfoltendo il programma iniziale, in modo da non incentivare l'astensionismo cattolico, vero spauracchio della Chiesa. Dopo la recita dell'Angelus un elicottero lo riporterà a Santa Marta, dando modo a tutti i partecipanti di defluire e fare ritorno a casa.
Nella “Città dei Sassi” si ritroveranno circa 800 delegati arrivati da 166 diocesi italiane per condividere, insieme a una ottantina di vescovi, quattro giorni di preghiera, riflessione e confronto sulla centralità dell’Eucaristia nella vita del cristiano e della comunità. Un momento ecclesiale in cui la politica e i temi inerenti alla campagna elettorale – dal caro bollette, alla crisi energetica, al reddito di cittadinanza, al Pnrr - non verranno toccati. Ogni momento del congresso potrà essere seguito in streaming sul sito ufficialewww.congressoeucaristico.it.
Momento significativo sarà la processione di cinque gruppi di persone che avanzeranno verso il centro del palco con gli elementi necessari alla preparazione del pane, a memoria dei frutti della terra e del lavoro dell’uomo: i bambini presenteranno i chicchi di grano, alcuni immigrati insieme a russi e ucraini i covoni; seguiranno alcune coppie di sposi e consacrati con l’acqua, il lievito e il sale; gli anziani, gli ammalati e i medici offriranno il pane, mentre alcuni giovani porteranno una Croce.
Ecco alcuni temi delle relazioni: “Il gusto buono del nostro Pane: dall’altare alle tavole della vita”, “Chiesa, sinodalità, Eucaristia”.
I vescovi hanno in questi giorni diramato un appello agli elettori, «e a chi ha perso fiducia nelle Istituzioni e agli stessi rappresentanti che saranno eletti al Parlamento" per sottolinare che il voto è un diritto e un dovere da esercitare con «consapevolezza. Siamo chiamati a fare discernimento fra le diverse proposte politiche alla luce del bene comune, liberi da qualsiasi tornaconto personale e attenti solo alla costruzione di una società più giusta, che riparte dagli “ultimi” e, per questo, possibile per tutti, e ospitale». Hanno ripetuto l'urgenza di avere visioni ampie; «di uno slancio culturale che sappia aprire orizzonti nuovi e nutrire un’educazione al bello, al vero e al giusto».