La svolta di Papa Francesco, al prossimo Sinodo ammette (finalmente) 40 donne con diritto di voto ma c'è chi grida al 'golpe'

La svolta di Papa Francesco, al prossimo Sinodo ammette (finalmente) 40 donne con diritto di voto ma c'è chi grida al 'golpe'
di Franca Giansoldati
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Giovedì 27 Aprile 2023, 07:18 - Ultimo aggiornamento: 07:36

CITTÀ DEL VATICANO Largo alle donne al Sinodo dei Vescovi (per la precisione 40). C'è chi ha salutato la novità come una rivoluzione, chi l'ha descritta come le "quote rosa" dell'organismo consultivo istituito da Paolo VI per mantenere vivo lo spirito conciliare, e chi, invece, in parallelo, ha messo in guardia dai rischi gridando addirittura al "golpe". Anche l'ultimo provvedimento di Papa Francesco in vista del prossimo Sinodo sulla Sinodalità è già terreno di scontri e fa capire quanto in questo momento la Chiesa sia effettivamente spaccata, tormentata da mille dubbi. Da una parte ci sono gli episcopati del Nord che premono per revisioni strutturali di matrice democratica ma sul versante opposto, invece, ci sono tantissimi vescovi che fanno notare un irrisolto dilemma di fondo: per sua natura la Chiesa non potrà mai essere paragonabile ad un organismo internazionale, con le stesse dinamiche e i medesimi segni rappresentativi.

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Finora l'esclusione delle donne era stata oggetto di feroci reprimende da parte di religiose, teologhe, accademiche, soprattutto in occasione dei due sinodi sulla Famiglia e di quello sull'Amazzonia.

Per chetare le acque Papa Francesco aveva ammesso alcune osservatrici ma senza dare loro la possibilità di votare. Successivamente aveva nominato all'interno della Segreteria del Sinodo una suora francese (con diritto di voto) e ora, per rispettare le promesse fatte, ha approvato le "quote rosa" con due modifiche normative. Con la prima ha stabilito che dei 10 chierici eletti tra i Superiori Maggiori, 5 devono essere suore. Cui ha aggiunto 70 fedeli che sceglierà a sua discrezione, pescandoli da un elenco che gli sarà fornito dalle conferenze episcopali: 35 di loro saranno ovviamente donne e laiche. Con diritto di voto. Praticamente un terremoto.

Naturalmente la svolta è stata lodata da Kate McElwee della Women's Ordination Conference, che si batte per le donne sacerdote. Di segno opposto gli strali del mondo conservatore di cui si fa portavoce un blog seguitissimo: Messainlatino.it: «Il politically correct fatto su misura è un pericoloso precedente per la Chiesa. Il documento finale potrebbe persino essere persino deliberativo e non consultivo. Il diavolo è sempre nei dettagli». 

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Per cercare di calmare le acque i due cardinali che stanno organizzando il prossimo Sinodo dei Sinodi cercano di gettare acqua sul fuoco. «Non è una rivoluzione: i 70 nuovi membri sono il 21% dell’assemblea, che rimane plenariamente un’assemblea dei vescovi, con una certa partecipazione di non vescovi»  hanno precisato i cardinali Mario Grech ed il gesuita Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e relatore generale della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, a proposito delle novità introdotte dal Papa nell’assemblea sinodale.

«Spetterà alle assemblee continentali proporre 20 nomi, e il Papa potrà sceglierne 10 di ogni continente e della Conferenza dei patriarchi del Medio Oriente. Sarebbe bene che tra questi 70, la metà siano donne e che ci siano i giovani, affinché la Chiesa sia ben rappresentata». Mario Grech, segretario generale della Segreteria generale del Sinodo ha aggiunto: «La partecipazione dei nuovi membri non soltanto assicura il dialogo che c’è tra la profezia del popolo di Dio e il discernimento dei pastori – la circolarità messa in atto durante tutto il processo sinodale – ma garantisce la memoria: i nuovi membri sono testimoni della memoria, del processo sinodale, dell’itinerario di discernimento iniziato due anni fa»”.

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