Vaticano, dialogo tra sordi con i vescovi della Germania: lo scontro sulle riforme con Papa Francesco

Vaticano, dialogo tra sordi con i vescovi della Germania: lo scontro sulle riforme con Papa Francesco
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 1 Febbraio 2023, 12:50

Città del Vaticano - Continua a distanza la zuffa tra Roma e la Chiesa tedesca. Il clima di apparente fair-play in realtà nasconde uno stallo sempre più inconciliabile tra le posizioni affiorate in questi tre anni: da una parte ci sono i cattolici tedeschi che hanno preso parte al più ampio sondaggio territoriale mai fatto, elencando le riforme strutturali ritenute necessarie per il rinnovamento della Chiesa futura; dall'altra parte c'è il Papa che ormai corre ai ripari dopo avere dato il via libera a questo cammino sinodale nazionale, probabilmente senza tener conto degli effetti collaterali che nel frattempo sono emersi ampliando le spaccature tra i vescovi, originando situazioni di palese disobbedienza di tanti parroci che continuano a benedire le coppie gay nonostante i divieti imposti da Roma, oppure del malumore tra le donne cattoliche per i ribaditi paletti alla parità nella ordinazione sacerdotale. Il presidente della Conferenza episcopale tedesca Georg Bätzing – su posizioni ultra riformiste e difensore della rivoluzione in corso - ha dichiarato che il Vaticano ha sbagliato a bloccare la creazione di un "consiglio sinodale”. Tuttavia sta lavorando ad una mediazione e avrebbe già individuato una soluzione intermedia per tenere buona l'ala più movimentista dell'episcopato tedesco ormai deciso a non fermarsi nelle richieste di novità. 

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Ad avere contribuito a rendere il clima ancora più teso è stata la intervista fatta dal Papa alla agenzia americana AP il 25 gennaio.

Le sue osservazioni sul processo sinodale tedesco hanno causato irritazione poiché lo ha definito «inutile e indegno»del nome di sinodo o di un processo sinodale serio.

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Baetzing ha replicato alla stampa tedesca che non si tratta affatto di un sinodo ideologico. «Chiamare questo ora un dibattito ideologico, dove lo Spirito Santo vola fuori dalla stanza, per così dire, che senso ha?». La questione si pensava fosse finita lì, ma una successiva lettera della Segreteria di Stato firmata dal presidente del Dicastero per i Vescovi e dal Dicastero per la Dottrina della Fede, in cui si chiedeva di non procedere con una sovrastruttura di governo composta da laici e vescovi per tutta la Germania, ha riacceso lo scontro. Baetzing è sbottato: «non vogliono più vedere le cause sistemiche, lo sfondo e i fattori di questo scandalo». Sullo sfondo di questa frase ci sono le motivazioni che hanno spinto tre anni fa a mettere in moto la macchina delle riforme a causa degli effetti devastanti che la gestione sugli abusi aveva causato tra i fedeli. Allontanamenti, delusioni, diffidenze. In questi anni si sono registrati importanti cali di fedeli che hanno deciso di abbandonare la Chiesa per questo motivo. 

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Ormai c'è evidente una spaccatura anche su cosa si intende per sinodo e sinodalità. «Il Papa lo intende come un'ampia riunione di impulsi provenienti da tutti gli angoli della Chiesa, e poi i vescovi ne discutono più concretamente, e alla fine c'è un uomo al vertice che prende la decisione. Ma non credo che questo sia il tipo di sinodalità sia sostenibile nel XXI secolo». 

In questi giorni, giusto per far capire il clima esasperato, un illustre teologo come Magnus Striet ha definito "irritanti" le recenti dichiarazioni di Papa Francesco sul processo di riforma del Cammino sinodale in Germania, in particolare l'accusa di essere un progetto elitario. Lo ha riportato la agenzia di stampa cattolica KNA.

Il teologo, che insegna a Friburgo, ha affermato che non ci può essere una soluzione uniforme - a livello globale - alla crisi della Chiesa. «Il cattolicesimo mondiale è un fenomeno troppo differenziato per questo". Dove possibile, però, "si dovrebbero sperimentare strutture partecipative». In una «Chiesa organizzata in modo democratico-sinodale", coloro che occupano posizioni di responsabilità dovrebbero ottenere la loro autorità "cercando di convincere le persone con le ragioni delle loro posizioni».

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