Linda, mamma super-ecologica che ha creato una rete di famiglie ispirate alla Laudato Si

Linda, mamma super-ecologica che ha creato una rete di famiglie ispirate alla Laudato Si
di Franca Giansoldati
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Domenica 21 Febbraio 2021, 17:10 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 06:37

In fondo (come spesso accade) è solo una questione di prospettiva.  Tutto dipende da come si vedono le cose. C'è chi considera Linda, una giovane mamma ecologista talmente radicale da tirare su i suoi quattro figli con una filosofia rigidamente improntata alla sostenibilità ambientale, tanto da rifiutarsi di comprare tablet ai figli o avere una macchina e una tv in casa. Lei, invece, Linda, al contrario, osserva lo stile “irresponsabilmente consumistico” e poco ecologico di chi le sta attorno con lo sguardo allarmato di chi è incapace di dare garanzie alle generazioni future. Linda Maggiori, blogger e scrittrice, nata a Recanati nel 1981, vive con il marito Giovanni e i loro quattro bambini a Faenza, in Romagna. E' lì che ha iniziato quasi per caso a sperimentare un modo di vivere alternativo, certamente più responsabile verso l'ambiente, nello spirito della enciclica Laudato Si. 

La famiglia Maggiori non solo va in bicicletta e non prende l'aereo, ma cerca di produrre meno rifiuti possibili.

Alla nascita del primo figlio, per esempio, con alcune amiche, Linda d'accordo ha fondato un'associazione di aiuto sull'allattamento e sull'uso dei pannolini lavabili, un po' come facevano le nostre nonne, determinando un risparmio per il suo bilancio di oltre duemila euro. Di lì a poco si è creata una rete di famiglie eco-compatibili.

I bambini in questa dimensione dimostrano di crescere bene, anche senza junk food e device di ultima generazione. Al mattino per colazione c'è la torta alla cioccolata (cacao sostenibile). E se i figli per caso le chiedono un ciocorì, Linda se lo produce in casa, con riso soffiato e cacao (sempre sostenibile). Una delle domande che i suoi figli le rivolgono più spesso invece di essere: mamma mi compri? È mamma facciamo? La prospettiva è capovolta, frutto di un lungo lavoro motivazionale capace di coinvolgere i bambini da piccoli, rendendoli responsabili. Linda durante il lockdown ha raccontato - tappa dopo tappa - questo incredibile viaggio in un libro intitolatato Questione di Futuro, guida per famiglie Eco-Logiche (San Paolo editore, 272 pagine). 

«Sono nove anni che viviamo senz’auto. Abbiamo organizzato una rete di supporto tra famiglie non motorizzate, abbiamo capito che solo in Italia è un fatto strano, ma in altri Paesi è normale, e che il progresso deve andare in quella direzione. Per mesi e poi anni, con pioggia o sole, d’estate o d’inverno, ci siamo spostati in bici, piedi, mezzi pubblici, assaporando il paesaggio» spiega Linda.

«Noi abbiamo smesso di andare al supermercato, facciamo spesa tramite GAS, nei mercatini diretti, oppure nei negozi che vengono prodotti sfusi. Oltre ad alimentare l’economia locale e solidale, recupero ogni contenitore: gli apicoltori mi riprendono i barattoli di vetro, la lattaia mi riempie la bottiglia di latte alla spina, il contadino mi dà verdura nella mia sporta, e il produttore di fagioli, farro, orzo, pasta mi porta sacchi grandi di yuta da dividere con le altre famiglie del GAS. I sacchi grandi vengono ridati al produttore, e in casa mia circolano tanti sacchettini più piccoli, utilissimi. In questo modo gli imballaggi da buttare non esistono» spiega ancora.

La sua speranza è che questo stile di vita possa estendersi. «Sarebbe bene crearsi una rete di queste negozi, mercati, gruppi d’acquisto. Sicuramente nelle città è più facile, nei paesini più difficile. Chi va al supermercato però può impegnarsi a portare la sporta anche per ortofrutta, a scegliere solo confezioni riciclabili (meglio vetro o carta, evitare plastica, e ancor peggio l’indifferenziata) e grandi, da preferire alle monoporzioni. Ovviamente deve scegliere prodotti etici, locali e di stagione. Poi si può sperimentare qualche ricetta di autoproduzione, le più semplici sono quelle del dentifricio o del detersivo per piatti. Fanno risparmiare un sacco di soldi, per non parlare del detersivo per i pavimenti: io li lavo semplicemente con l’acqua calda».

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