Fridays for future, la 'Greta' italiana Federica Gasbarro: «Forza, cambiamo dai piccoli gesti!»

Greta e Federica Gasbarro
di Beatrice Martelli
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Venerdì 4 Ottobre 2019, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 08:45

Greta e le donne che hanno fatto la storia come modelli di vita, tanta passione e la voglia di tutelare l'ambiente. Federica Gasbarro, la referente romana dei Fridays For Future e unica giovane italiana al primo Youth Climate Summit dell'Onu, che si confronterà il 6 ottobre a Narni con il giornalista Marco Frittella sul tema della sfida dei cambiamenti climatici per Umbria Green festival. Al Messaggero racconta di come è cambiata la sua vita grazie al suo impegno e parla di idee per il futuro ed è certa che il fatto di essere una ragazza non la penalizza.

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Federica viene da una famiglia sensibile alle tematiche ecologiche e ambientali, e dice di essere stata da sempre educata al rispetto; ma «crescendo la consapevolezza ha raggiunto un livello più profondo, e l'ecologia è coinvolta in un maggior numero delle scelte di tutti i giorni, cercando delle alternative agli oggetti che uso quotidianamente».

Studentessa di Biologia, per poter un giorno cambiare le cose da scienziata e ricercatrice, ha capito che si può fare molto anche fuori dal laboratorio: «Si può iniziare anche subito, lavorando sul proprio stile di vita e manifestando, per esempio, o cambiando il modo di fare acquisti». E guarda in alto ispirandosi alle donne che hanno fatto la storia. in fondo le ragazze in questa nuova ondata verde sono le protagoniste. 
Quali sono state le tue prime iniziative?
«Sono scesa in piazza e andata nelle scuole, aiutando fin dall'inizio ad affermarsi quello che ora è un grandissimo movimento. A Roma, dove vivo, all'inizio aderivano in pochissimi; l'ultima volta eravamo 200.000».
Quali sono i tuoi modelli?
«Stimo Greta Thunberg per il suo coraggio e sono affezionata alla figura di Marie Curie, scienziata; ammiro Nonhie Mbuthumba per come si è battuta contro l'inquinamento dell'acqua del suo paese, Rosa Parks e Malala Yousafzai. Credo che sia importante leggere le storie di chi ha cambiato le carte in tavola, perché è proprio quello che cerchiamo di fare noi».
Quale messaggio porti ai giovani? E ai meno giovani?
«A entrambi dico: studiate e informatevi. Agire in modo più saggio è possibile, e scoprire perché è necessario farlo aiuta a muoversi nella giusta direzione. Cambiare stile di vita, soprattutto per i più grandi, è quasi utopia, ma confrontarsi ed essere critici è un buon inizio».
Secondo te, si possono conciliare l'industria e una città ecocompatibile?
«È importante che venga fatto. Bisogna che chi la gestisce si renda conto della situazione e investa sul rinnovabile, anche perché si troverebbero costretti a farlo in un secondo momento. Perché non farlo subito? Basta volerlo».
La nostra terra non è solo industria: con il nostro potenziale naturalistico e paesaggistico siamo il cuore verde d'Italia; come diventare anche green in senso più ampio per il bene del territorio e del pianeta?
Quanto pensi che le voci dei giovani possano influire sulle decisioni di chi ha in mano le sorti del pianeta?
«Qualcosa abbiamo mosso, con l'opportunità del vertice sul clima dell'Onu, che ci ha permesso di fare domande e pretendere delle risposte, di sedere al loro stesso tavolo. Lo vedo come un punto di partenza per essere integrati nei processi decisionali e fare davvero la differenza».
 

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