Anne Burghardt, al vertice della Federazione Luterana Mondiale: «Io, la prima donna a capo di una Chiesa»

l'incontro inter-religioso a San Pietro photo credit Alessia Giuliani/catholicpress
di Franca Giansoldati
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Sabato 14 Ottobre 2023, 10:35 - Ultimo aggiornamento: 11:22

Negli occhi ha il blu del mar Baltico che da bambina osservava incuriosita e già si chiedeva il senso ultimo delle cose e della vita sorprendendo persino i suoi genitori che non erano credenti. Di certo Anne Burghardt, brillante teologa estone, non avrebbe mai immaginato una carriera tanto anomala che due anni fa l'ha portata ad essere eletta al vertice della Federazione mondiale delle Chiese Luterane. Una specie di "Papessa" - con il ruolo di segreterio generale - anche se il termine ovviamente suona improprio per i luterani. Esperta di relazioni internazionali, spiritualità bizantina ed ecumenismo, è appena stata al raduno ecumenico di Papa Francesco con il primate della Chiesa d'Inghilterra, Welby, il patriarca Bartolomeo e Ignatius Aphrem II, patriarca Siro-Ortodosso di Antiochia. Altro che sbriciolare soffitti, Anne è la prima donna in assoluto a raggiungere un ruolo simile.

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Non incontra difficoltà in quanto donna?
«Finora non ho riscontrato difficoltà legate al mio genere. Naturalmente è ovvio che nel panorama ecclesiale, compreso quello ecumenico, come giovane donna alla soglia dei 50 anni devo sempre dimostrare di avere qualcosa da dire per essere ascoltata».
Pensa che la sua presenza stia cambiando il volto della Chiesa luterana?
«Sono convinta che offra un'immagine più inclusiva della Chiesa e sia un forte segno di inclusione per le donne e gli uomini delle Chiese di tutto il mondo. Molte donne delle nostre chiese che hanno una struttura più patriarcale, mi hanno avvicinato confessandomi che per loro è un segno di speranza».

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In Germania, la Chiesa cattolica tedesca punta a un riconoscimento istituzionale ed ecclesiale per le donne, dal diaconato al sacerdozio. Cosa ne pensa?
«Dal punto di vista luterano, io non vedo alcun ostacolo teologico e accolgo con favore questo sviluppo. Conoscendo un po' la struttura e la teologia della Chiesa cattolica romana, non sono sicura che sarà facile a causa delle molte differenze culturali esistenti all'interno, e poi anche a causa di alcuni aspetti teologici».
Si parla molto di uguaglianza, di #metoo, di parità salariale. Cosa sta facendo in questa direzione?
«Nel 2023 abbiamo celebrato il decimo anniversario della politica di giustizia di genere della Federazione.

Chiediamo uguaglianza ed equità. Attraverso il nostro lavoro a livello globale e locale, insistiamo sui diritti umani delle donne; abbiamo sostenuto molte normative e introdotto un sistema di quote nella governance. Attraverso questo sistema si è costantemente assicurata che la voce femminile proveniente da diverse parti del mondo fosse ascoltata».

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Donne e cambiamento climatico: saranno le donne a salvare il pianeta dalla distruzione?
«L'emergenza climatica è una delle più grandi crisi del nostro tempo e possiamo affrontarla solo insieme agli uomini, serve uno sforzo concertato di tutti e in tutto il mondo. La creazione secondo noi non è in vendita e continueremo a sostenerlo».
Dio è maschio o femmina?
«La mia lingua madre è l'estone e l'estone non conosce il genere grammaticale. Pertanto, anche la parola Dio non ha genere. Quando è diventata più matura la mia fede ho capito che Dio è al di là di ogni genere».
Lei è sposata ad un pastore luterano e avete due figli: se uno di loro vi dicesse che vuole diventare buddista o che è ateo, sarebbe un problema?
«Per i nostri figli la fede e la preghiera sono state in un certo senso parte naturale della loro vita fin dalla prima infanzia. Il primogenito è già cresciuto e sono felice di vedere che la fede continua a essere importante per lui. Nostra figlia ha appena iniziato il corso di cresima. Se mi dovessero annunciare che hanno perso la fede o che preferiscono un'altra religione sarei certamente interessata a sapere cosa li ha portati a questo e sarei triste se decidessero di voltare le spalle alla fede cristiana, ma non me li farebbe amare di meno».

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Come vede il futuro dell'Europa, indebolita com'è dal populismo e dagli egoismi nazionali?
«Il populismo e il nazionalismo sono alimentati dalla paura. Nella Bibbia, leggiamo in Giovanni 4:18 che l'amore perfetto scaccia il timore; purtroppo, funziona anche al contrario: la paura scaccia l'amore verso il prossimo e verso Dio. I populisti e i nazionalisti fanno leva su questa paura. Allo stesso tempo, bisognerebbe chiedersi quali sono le cause profonde della paura e come si può affrontarla invece di tenere discorsi moralistici contro chi vota per populisti e nazionalisti. A mio avviso, le Chiese hanno un ruolo decisivo da svolgere come costruttori di pace e messaggeri di riconciliazione, specie quando si tratta di capire come tenere insieme parti diverse della società che si stanno allontanando sempre di più. È importante che la fiducia sia costruita e preservata nelle società».
Come vive la guerra in Ucraina e cosa pensa di Putin?
«Il mondo ha bisogno di pace, non di guerra. La guerra contro l'Ucraina è un buon esempio di ciò che accade se uno Stato autoritario mira ad attuare la sua agenda imperialistica. È preoccupante il modo in cui la religione è stata strumentalizzata e utilizzata per legittimare l'invasione, con la Chiesa ortodossa russa che ha fornito una base ideologica per questo. Inoltre penso che la Corte internazionale di giustizia dell'Aia stia aspettando il Presidente Putin per assumersi la responsabilità dei crimini di guerra e delle vite perse sia da parte ucraina che da parte russa».

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