Ex Pozzi depredata, denunciati due ventenni

Il capitano dei carabinieri, Teresa Messore
di Ilaria Bosi
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Martedì 13 Settembre 2022, 08:40

SPOLETO Furti a raffica nell’area dell’ex Pozzi, denunciati due ventenni. All’interno della fabbrica, chiusa ormai da anni e in mano a un curatore fallimentari, si sono registrate diverse incursioni, tra dicembre e giugno di quest’anno. Il bottino, nonostante l’attività sia dismessa in attesa di trovare una diversa soluzione, è ingente: circa 30mila euro. I ladri avrebbero, in più occasioni, portato via materiale elettrico di vario genere, unico a cavi e lastre di rame. Il tutto dopo aver ricavato un ingresso considerato sicuro tranciando una delle recinzioni della fabbrica, che si trova nella zona industriale di Santo Chiodo. A presentare denuncia ai carabinieri, nei mesi scorsi, è stato proprio il curatore che tutela gli interessi dei creditori. Ne è nata un’attività di indagine molto articolata, con i carabinieri, al comando del capitano Teresa Messore, che hanno effettuato sopralluoghi e appostamenti. A supporto delle indagini sono state anche acquisite e studiate nel dettaglio le immagini delle telecamere di altri capannoni che si trovano in quella zona. Proprio da quelle sequenze i militari sono riusciti a trovare i riscontri necessari per risalire ai due ventenni, uno dei quali non ha precedenti. Le incursioni sarebbero state addirittura cinque, nel corso dei mesi, gran parte dei quali vengono contestate ai due indagati, per ora denunciati a piede libero. È altamente probabile che la refurtiva, che non è stato possibile recuperare, sia stata subito rivenduta e sul punto sono in corso accertamenti anche per capire se i furti siano stati commessi su commissione.

Del resto il rame è un materiale molto costoso e sempre più ambito da chi, ovviamente, sa poi come piazzarlo subito sul mercato. Ne è prova la serie di furti commessi, nel giro di pochi giorni, nei tre depuratori gestiti dalla Valle Umbra Servizi, soltanto uno dei quali nel territorio di Spoleto, a Camposalese. È stata proprio la Vus, il 6 agosto scorso, a dare notizia del furto, che ha procurato danni per decine di migliaia di euro. Per quanto riguarda il caso di Camposalese indagano sempre i carabinieri, che stanno incrociando alcuni dei dati raccolti in queste settimane di indagini. Un filone, quello dei furti del cosiddetto oro rosso, come viene definito il rame, su cui sono in corso più attività di accertamento, con alcuni obiettivi considerati sensibili su cui è alta l’attenzione delle forze dell’ordine. Molto spesso, del resto, quando viene commesso questo genere di furti, oltre al danno economico arrecato alle imprese, si registrano tra le conseguenze notevoli problematiche connesse anche all’interruzione del servizio pubblico/privato. Nel caso del depuratore di Camposalese, i tecnici hanno impiegato ore per il primo intervento di ripristino e l’attività è proseguita anche nei giorni seguenti, anche se il servizio non ha subito interruzioni.

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