«Troppe interpellanze e mozioni, mi dimetto»: crisi aperta nel Comune più piccolo dell'Umbria

Emilio Angelosanti, sindaco dimissionario di Poggiodomo
di Ilaria Bosi
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Giovedì 7 Ottobre 2021, 12:32 - Ultimo aggiornamento: 8 Ottobre, 11:44

POGGIODOMO - Con appena 94 abitanti è il più piccolo Comune dell’Umbria e dopo essere finito agli onori della cronaca per non essere stato sfiorato dal Covid (0 casi registrati dall’inizio dalla pandemia), rischia ora il commissariamento. Il sindaco Emilio Angelosanti, infatti, eletto il 26 maggio 2019, ha di recente protocollato le sue dimissioni. Il motivo è singolare: nei due anni abbondanti di mandato, ha dovuto far fronte a circa 125 atti ispettivi presentati dalla minoranza e queste iniziative, a suo dire accompagnate da un clima di sospetto, hanno ingolfato gli uffici comunali, distraendo i tecnici e spingendoli a valutare la possibilità di lasciare gli incarichi. Il tutto in un momento storico particolarmente delicato, in cui Poggiodomo – sempre secondo quanto si evince dalla documentazione che il sindaco dimissionario ha reso pubblica – non solo è riuscito a inserire per la prima volta alcune opere pubbliche nella partita della ricostruzione, ma ha in ballo circa 2 milioni di finanziamenti, che potranno arrivare solo se gli uffici riusciranno a presentare i progetti entro la fine dell’anno.

Angelosanti, che con le sue dimissioni ha aperto la strada ai 20 giorni di tempo che potrebbero portare a un ripensamento o, altrimenti, all’arrivo del commissario prefettizio, ha scritto nella lettera di dimissioni: «È ormai da tempo, vista la difficoltà dei dipendenti comunali a svolgere il loro lavoro a causa di un dispendio esagerato di energie per rispondere a tutte le mozioni, interpellanze, interrogazioni che giungono dai consiglieri di minoranza, creando malumori e agitazione, che avevo preso la decisione di dimettermi e dare in mano il Comune ad un commissario con pieni poteri, solo ed esclusivamente per tutelare il lavoro dei dipendenti.

Nei giorni scorsi mi sono arrivate due lettere a firma dei responsabili dell’Area Ragioneria e Area Tecnica, in cui confermano la loro intenzione di dimettersi. Preso atto di queste volontà e visto che anche il segretario comunale non intende rinnovare il suo incarico in scadenza, a maggior ragione, sono convinto che la strada migliore è quella di abbandonare il percorso intrapreso, andarcene tutti a casa e ognuno si prenderà le proprie responsabilità. Forse con questa soluzione anche i dipendenti torneranno sui loro passi e continueranno a prestare i loro servizi al Comune di Poggiodomo. Ritengo moralmente inaccettabile dover ogni giorno far fronte ad attacchi della minoranza anche ai dipendenti e collaboratori. I consiglieri di minoranza, nel tempo, hanno scritto alla Prefettura (due volte), alla Corte dei Conti, ai carabinieri, tutto risolto con un nulla di fatto». Nel difendere la professionalità dei suoi collaboratori, il sindaco riferisce anche come gli stessi professionisti, negli incarichi svolti in altri enti, abbiano avuto ben altre referenze, anche da parte delle minoranze. «Solo a Poggiodomo – scrive ancora - si è verificato il contrario: tutti sono stati accusati di incapacità, poca produttività e investiti con toni maleducati e provocatori». Quanto basta per aprire la crisi.  

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