Uj50: con Bonamassa
gran finale in blues di
un'edizione "rock"

Umbria Jazz 2023 si è chiusa con numeri record. Il chitarrista americano nell'unica data italiana ha conquistato gli oltre 5.000 spettatori

Joe Bonamassa per la prima volta sul palco di Umbria Jazz
di Michele Bellucci e Fabio Nucci
4 Minuti di Lettura
Domenica 16 Luglio 2023, 23:56 - Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 18:46

PERUGIA - Occhiali da sole, vestito scuro, camicia bianca e un'aria da manager presto dissimulata dalla sua inseparabile Gibson al collo e, soprattutto, al primo assolo. L'attesa per vedere e soprattutto ascoltare Joe Bonamassa è finita.

Dal palco Tamara Donà lancia la diretta live di Radio Montecarlo e parte la musica, ma il palco è ancora vuoto. A introdurlo, neanche a farlo apposta, The Waiting di Tom Petty e alle 2105 il chitarrista e cantante ha iniziato il suo live, in esclusiva italiana, all'arena Santa Giuliana per l'evento conclusivo di Umbria jazz 2023, quella del cinquantennale. Un'edizione da record per il festival tornato ai fasti del 2019 quanto a paganti, oltre 40mila, da primato per gli incassi che hanno superato quota 2,3 milioni. Una serata da record anche per Bonamassa che ha attirato a Perugia oltre 5mila presenze, sorpassando Bob Dylan e Paolo Conte.
L'inizio del live è decisamente rock, con la potente Evil Mama durante la quale concede il primo assaggio dei suoi celebri assoli.
Subito un cambio di chitarra (ne seguiranno svariati, ovviamente, quasi uno a brano) per Dust Bowl: "Don't need a helmet to get me through life" canta, ed è il suo approccio appare quasi sfrontato sul palco. L'atmosfera però non sembra ancora quella giusta. Il cielo mostra sfumature azzurre, del resto non sono neppure le 21.30, e soprattutto ci sono troppe sedie vuote in platea, mentre la gradinata appare gremita come da pronostico. Ci si chiede se gli assenti siano in realtà destinatari di biglietti omaggio che alla fine hanno rinunciato a muoversi da casa.
Questo non rallenta però l'incedere di Bonamassa che dopo un urlato "grazie" attacca la provocatoria Love Ain't a Love Song, con un solo che omaggia il suo grande maestro B.B. King eseguito volando con le dita sui tasti di una Fender.
Ora il buio è calato, il concerto decolla e il pubblico sembra entrare definitivamente in sintonia con Bonamassa sulla ballata pop Self-Inflicted Wounds, dove le due coriste mostrano le loro notevoli doti vocali. Si torna al blues con I Want to Shout About It, mentre la platea offre un colpo d'occhio più soddisfacente con la maggior parte delle sedute laterali ora finalmente occupate. 
Altro assolo impeccabile e il coinvolgimento dell'Arena comincia ad assomigliare a quello mostrato in altre serate di questa Uj, con gli applausi ritmati a riempire l'aria. L'intro della lenta e struggente Double Trouble fa urlare i fan del blues roots, con un solo sussurrato da brividi, prima che Didn't Think She Would Do It lanci la volata finale e qui le teste del pubblico che si muovono a tempo.
 
"Sette anni dal mio ultimo show in Italia, un tempo davvero troppo lungo. Grazie per avermi inviato nell'edizione dei 50 anni, spero che non ne passino altri 50 prima che mi invitino di nuovo! Perugia è davvero una città meravigliosa". L'artista americano si lascia andare in una breve (e colorita) conversazione con il pubblico, durante la quale presenta tutti i membri della band compresa la moglie che è una delle coriste. Standing ovation per il tastierista Reese Wynans, già al fianco di Stevie Ray Vaughan nel 1985. Col suo organo hammond ha impreziosito l'efficacia del sound.
 
Il finale non poteva che essere infuocato, con The Heart That Never Waits seguita dalla scatenata Just Got Paid. L'Arena di Umbria Jazz suona a tempo di rock e si leva il boato dalla platea, ormai quasi tutta sotto il palco, quando il chitarrista mostra indice e mignolo al cielo. Manca poco allo scoccare delle due ora di live ma c'è ancora "tempo" per Mountain time, encore fuori scaletta e ascoltato poco dal vivo in Europa. 
Tutto il suo live ha il sapore dell'originalità, quasi come ogni brano avesse acquisito nuova linfa, grazie anche alla carica del pubblico Uj. Come quando omaggia Jimmy Page, portandosi al theremin durante Just got paid. Un closing event ad alta energia per Umbria Jazz, già proiettata verso un'edizione 2024 che si preannuncia all'altezza di questo magnifico 50° anniversario.

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