Terni, la scelta di Alina: «Un corso con la Croce Rossa per tornare ad aiutare l'Ucraina in prima linea»

Terni, la scelta di Alina: «Un corso con la Croce Rossa per tornare ad aiutare l'Ucraina in prima linea»
di Monica di Lecce
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Giovedì 23 Febbraio 2023, 11:22

E' passato un anno ma sembra quasi un'eternità da quella fine di febbraio del 2022 quando dall'Ucraina cominciarono ad arrivare pure a Terni i primi profughi in fuga dalle bombe. Lo scoppio del conflitto con la Russia aveva generato un fiume di solidarietà e di affetto intorno al popolo Ucraino.
A distanza di un anno molte cose sono cambiate nonostante il conflitto sia ancora in corso. Significativa la storia di Volodymyr, fratello di Alina infermiera all'ospedale Santa Maria, tra i primi ad arrivare a Terni. Il 24 febbraio dell'anno scorso, alla vista dei carri armati sotto casa sua, nel villaggio Zgorany, impiegò 20 minuti per raccogliere gli effetti personali e mettere in salvo sua moglie e i cinque figli, lontano dalla guerra. Una volta portata la famiglia a casa della sorella a Terni, con la figlia più grande, Bogdana di 22 anni, che come volontaria ha tuttora un permesso speciale per entrare nelle zone calde del conflitto, tornò in Ucraina a portare aiuti umanitari. «Bogdana racconta Alina continua a fare la volontaria e la spola tra l'Italia e il fronte. Mio fratello e i miei nipoti sono tornati in Ucraina. I nipoti si sono stabiliti in Polonia in attesa di rientrare anche loro nel nostro Paese».
I racconti che fa oggi Alina della guerra sono molto diversi da quelli di un anno fa quando serpeggiava la paura, la rabbia e la preoccupazione per l'incertezza sulla durata del conflitto. «Quando i miei nipoti sono arrivati in Polonia hanno trovato gli ucraini che fuggivano dalla guerra dice Alina e che li hanno aggiornati sulla situazione. Un anno fa avevano paura, ora raccontano delle crudeltà della guerra che, a chi li ascolta fanno venire la pelle d'oca, mentre loro, al contrario, parlano con la rassegnazione di chi quasi si è abituato a subire quelle atrocità e con la tranquillità di esserne ora fuori, di essere sopravvissuti a quel momento».

Alina racconta che la gente, pur senza acqua e senza luce, è tornata a lavorare, che i bambini vanno a scuola, che il popolo si è organizzato in maniera tale che tutti aiutano tutti. «Di morti ce ne sono, ce ne sono tanti, militari e civili prosegue ma gli ucraini sono pronti ad andare avanti fino a quando la Russia non lascerà la nostra "casa"». L'anno scorso Alina è stata impegnata anche in una raccolta di medicinali e farmaci assecondando le richieste di un ospedale in Ucraina in cui a suo tempo aveva lavorato. Alina ora si prepara a prestare soccorso nel suo Paese. «Sto facendo un corso con la Croce Rossa che è l'unica organizzazione che può entrare. Finito, sarò pronta a partire e a dare anch'io il mio contributo sul campo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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