«Ti sfregio come Jessica Notaro». E su moglie e figlia butta alcol per accendere il fuoco: a processo ex finanziere

Il tribunale penale di Perugia
di Egle Priolo
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Martedì 9 Aprile 2024, 08:00

PERUGIA - «Prima che te ne vai da qua io ti devo sfregiare il viso come Jessica Notaro». Ha aspettato pochi giorni e per fortuna non ha preso l'acido. Ma al rientro in casa di moglie e figlia, scappate via per chiamare i carabinieri dopo anni di terrore in casa, ha schizzato loro addosso «alcol per accendere il fuoco», urlando «Traditrici, questa ve la faccio pagare». Questo l'apice dell'escalation di violenze subite tra il 2020 e il 2023 da una donna e sua figlia e per cui ora è sotto processo un ex finanziere di 56 anni.

L'uomo, di origini crotonesi, è stato sospeso dal servizio dopo aver patteggiato una condanna per abuso d'ufficio e accesso abusivo ai sistemi informatici, e adesso sta subendo un giudizio immediato, con il sostituto procuratore Paolo Abbritti che lo accusa di maltrattamenti in famiglia. Il pm mette in fila «atti di vessazione reiterata, consistiti in percosse, ingiurie, minacce, lesive dell'integrità fisica, della libertà, della vita di relazione delle stesse, tali da cagionare loro sofferenze e umiliazioni, costituenti fonte di disagio, incompatibili con le normali condizioni di esistenza personali e familiari». All'inizio erano insulti: «Non vali niente», urlato alla moglie, o «Tu non sei mia figlia», gridato in faccia alla ragazza. Poi sono arrivate le botte e le minacce di morte. Dagli schiaffi ai capelli tirati, fino al maggio 2023 quando dice alla moglie «che l'avrebbe uccisa se non fosse andata via di casa». Secondo le contestazioni della procura, infatti, l'uomo avrebbe spesso insistito sulla necessità «che ora una ora l'altra se ne dovesse andare di casa». Con le vessazioni arrivate alla gestione «da padrone» dell'economia familiare, compresa la pensione di invalidità della coniuge. Donna colpita da un «cazzotto alla bocca provocandole una ferita e un ematoma» o da pugni dritti in faccia e calci alle gambe (con i lividi visti dai carabinieri) e costretta ad assistere anche agli attacchi contro la figlia: «“Ti odio, ti ammazzo... Ti rovino la vita”, anche usando coltelli o un cacciavite», come riassunto dal pm nel lungo e inquietante capo di imputazione. E poi sputi, vasi lanciati addosso alla moglie, con la figlia che tenta di dividere i suoi genitori «venendo scaraventata a terra dall'uomo e sbattendo la testa». In un'occasione precedente, inoltre, l'uomo è accusato di essere saltato addosso alla ragazza, all'epoca 25enne, «mettendole le mani al collo, stringendole fino a farle male, lasciandole dei lividi, nel contempo dicendole “Non ti voglio più vedere, mi fai schifo”». Tanto che le due solo per un istante sono riuscite «scappare in camera, chiudendosi a chiave», con un marito e un padre che tenta «di sfondare la porta, gettando le donne nella paura, tanto da non riuscire a chiamare» i soccorsi.
Tutto questo fino al 4 luglio scorso quando le due donne «ormai esasperate», escono di casa «per chiamare il 112, di seguito annullando la chiamata» e l'uomo le aspetta con il flacone di alcol in mano: «Se ti ammazzo non mi toccano, io ho problemi di cuore e non mi manderebbero in carcere ma solo ai domiciliari».

Un incubo infinito, quasi impossibile da riassumere in due pagine fitte di capo di imputazione, che si è diradato quando le due donne, oggi di 59 e 29 anni, assistite come parti civili dall'avvocato Sara Pasquino, hanno denunciato tutto e si sono fatte aiutare da un centro antiviolenza. Solo lì, nella pace di una struttura protetta, sono riuscite a liberarsi dalla paura, dal terrore anche solo di tornare a casa. Terrore che entrambe avrebbero dovuto raccontare ieri in aula, nel corso dell'udienza in cui era prevista la loro testimonianza, ma l'appuntamento con i loro brutti ricordi è stato rinviato per motivi di salute del 56enne, ancora gravato da un divieto di avvicinamento alle due donne, disposto dopo i fatti di luglio. L'ex finanziere, assistito dagli avvocati Gianni Dionigi e Vittorio Lombardo, è comunque pronto a difendersi dalle accuse, a partire dalla prossima udienza fissata al 17 maggio.

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