PERUGIA - Se fosse stato un film, dalla stampante di un fax sarebbe uscita una foto in bianco e nero con un nome scritto in fondo. L'alert invece, negli uffici della Digos di Perugia, è arrivato con una nota su un computer. Maximilian Eder, 64 anni. Tedesco, presunto terrorista. Pericoloso.
Da quel momento, i poliziotti non lo hanno perso di vista un attimo: il suo nome è comparso, con tanto di carta di identità, tra i clienti di un grande albergo di Ponte San Giovanni, il paesone che accoglie chi arriva a Perugia. Gli agenti della Digos lo hanno seguito, pedinato, controllato per giorni: vestiti da addetti della struttura o da ospiti di passaggio, dietro un giornale o un cellulare, come nei film.
Perché il sospetto che fosse uno degli appartenenti al gruppo armato di estrema destra pronto ad assaltare il parlamento tedesco è di quelli da far stare davvero con gli occhi aperti. Ex ufficiale delle Forze speciali militari tedesche, avrebbe avuto un ruolo di reclutamento di personale e probabilmente di armi per portare a compimento il presunto assalto al Bundestag. «È questo il compito che avrebbe avuto l'uomo», ha confermato il dirigente capo della Digos, Gianfranco Leva. E quando, martedì notte, è arrivato in questura il mandato di arresto europeo da parte dall'autorità giudiziaria tedesca, i poliziotti hanno fatto irruzione all'interno dell'albergo e lo hanno arrestato.
L'uomo, che non parla italiano, si è mostrato sorpreso, non si aspettava quella scena.