Ma il profilo non vuole essere quello della contrapposizione e scatta Franco Todini, quando qualcuno gli fa notare che il suo programma è una bocciatura della classe politica cittadina: «Non accuso nessuno, prendo atto di quello che vedo, quello che ascolto da tanti ternani». A chi gli ricorda il nome e il cognome e quindi la storia e la vecchia politica, il candidato salito sul cammello fa presente che «mi carico imiei errori, non quelli degli altri», sottolinea che rispetta la politica, «ma nella vita ho fatto un altro lavoro» e pensa che «un progetto non si contrasta evocando strumentalmente storie e passato,ma si valuta per quello che afferma». Insomma un Franco Todini che guarda all’agitarsi dell’area delle liste civiche, ma si dice pure pronto «a un confronto con i partiti politici», coi quali non sembra nascere il feeling.
Togliendosi qualche sassolino, cita il poker: «In questa città tutti vogliono vedere il punto, ma nessuno è disposto a mettere niente sul piatto, se avessi dovuto aspettare quelli chemi hanno chiesto di farlo sarei ancora fermo. Ma io voglio far conoscere il progetto per la città che ho in testa, pronto sempre ad ascoltare tutti e a ragionare con tutti ». Sale sul cammello, dunque, Franco Todini e dice di volerlo fare «con modestia», pronto persino «a tirarmi indietro se a un certo puntomi rendessi conto di essere un ostacolo, se ci fosse una proposta alternativa convincente », pur avendo la certezza di avere le carte in regola «per chiedere fiducia». Quindi guardando a un Comune «più semplice e più veloce nel dare le risposte », pezzo pezzo vuol realizzare la strada su cui far camminare il cammello per raggiungere Palazzo Spada. Sperando di incontrare molta gente.
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