Terni. "Terni Festival", il terremoto raccontato
dal regista Andrea Sbarretti

Terni. "Terni Festival", il terremoto raccontato dal regista Andrea Sbarretti
di U.G.
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Giovedì 16 Novembre 2023, 00:10
Una partita a morra davanti alle macerie del terremoto, la riflessione di Giuseppe sul ferimento del figlio dopo il crollo di un’abitazione, la frase “casa e casa” pronunciata da Stefano costretto a far nascere e crescere i figli all’interno del container. Tanti i segnali di rinascita, come quello della chiesa di san Benedetto di Norcia, martoriata dal terremoto. Il film di Andrea Sbarretti è stato proiettato mercoledì  alle 16 al cinema Politeama in occasione di “Terni Festival”. Francesco, uno degli abitanti di san Pellegrino, ipotizza che ci vorranno almeno trenta’anni prima che le case disastrate ritorneranno abitabili. I borghi intorno a Norcia sono abbandonati: Nottoria, Campi di Norcia, Castelluccio, paesi annientati, dove il tempo si è fermato nella notte del 30 ottobre 2016. Lassù, con la sua telecamera è arrivato Andrea Sbarretti il regista di Collestatte a registrare l’umore di coloro che ancora continuano ad abitare quel posti, con un filmato della durata di 80 minuti che sa di speranza e nello steso tempo di paura. Tra i protagonisti il vescovo di Spoleto e Norcia monsignor Renato Boccardo, il parroco don Marco, poi Emiliano, Giuseppe, Stefano, Cinzia, Roberto, oltre che amici, colleghi di lavoro, parenti. Una girandola di personaggi legati alla loro terra che guardano dalle finestrelle delle loro casette di legno. Lassù, in montagna, comincia a fare freddo, la nebbia nasconde il paesaggio che riappare all’improvviso e la prima spolverata di neve è arrivata in cima alle montagne. Sbarretti ha cominciato il suo ennesimo lavoro filmando l’autunno struggente fino ad arrivare all’inverno tra i mucchi di pietre e fango. Raccontare la realtà è quello che si è prefisso il regista attraverso lo sguardo fiero e lucido dei suoi protagonisti. «Non ci sono domande -spiega il regista- non c'è una narrazione retorica dei fatti ma una completa libertà dei personaggi che si muovono sulla scena senza indicazioni». Un anno di lavoro e il montaggio delle scene non è stato per niente facile. Il film è pronto ad essere proiettato nella sale cinematografiche senza l’aiuto di una colonna sonora, «ma il “canto” degli uccelli e il sibilo del vento». «Il cinema d’autore- spiega Sbarretti- è quasi sempre senza musica e si avvale del racconto crudo e reale. «I personaggi – racconta il regista- sono la forza di questo film perché con disincanto esprimono ciò che lo spettatore vuole sentirsi dire trasmettendo i loro pensieri più profondi e ragionati». In questo modo sono nate le scene più belle, come la partita a morra davanti alle macerie. Lo stile di Andrea Sbarretti è reduce dal successo del precedente film "Su queste montagne" selezionato a 40 festival in giro per il mondo, ottenendo numerosi premi. Il terremoto di Norcia" adotta lo stesso stile di cinema del reale: stiamo parlando di un vero e proprio film, ma senza una sceneggiatura, scritto sul posto, improvvisato, ma mantenendo l'impostazione classica e non del documentario televisivo.
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