Terni, letti in corsia è già caos
all'ospedale Santa Maria

Terni, letti in corsia è già caos all'ospedale Santa Maria
di Umberto Giangiuli
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Martedì 5 Novembre 2013, 12:34 - Ultimo aggiornamento: 12:50
TERNI La novantenne parcheggiata in corsia all’ospedale di Terni, purtroppo, non un caso isolato. Il Santa Maria scoppia. Le stanze sono piene di letti, al punto che viene sfruttato ogni angolo della struttura dove ci va giusto un lettino, come nel reparto dell’Apparato Respiratorio, al quinto piano, dove un posto letto è incassato ad angolo tra due pareti lungo il piccolo corridoio che conduce alla camerata. In corsia, invece, un uomo arrivato da poco, ancora vestito è sdraiato sul lettino, parcheggiato in corsia. «Sto aspettando un letto in camera, non mi hanno assicurato se questo avvenga.



E’ tutto pieno, almeno così hanno detto. Secondo i medici del pronto soccorso dovevo per forza essere ricoverato». La situazione più grave, si registra in Clinica medica. Qui sono quattro i degenti che si trovano lungo la corsia. Una tenda verde li nasconde agli occhi dei curiosi, ma altri non hanno neppure quella tenda: con il letto vicino al muro sono sotto lo sguardo indiscreto e il rumore della gente che arriva nell’orario della visita. Le lamentale dei famigliari sono al veleno: «Chi è malato- dice un’assistente a pagamento- non può essere trattato in questo modo».



Perfino al Day Surgery, un paziente è posteggiato fuori dalle camerette. Qui di solito la chirurgia di un giorno viene programmata. Ma tanto è. Nel reparto di Chirurgia generale e specialità chirurgiche, non ci sono pazienti in corsia ma sono posteggiati tre letti, forse già usati qualche ora prima, i pazienti sono stati dimessi. Stesso discorso all’Otorinolaringoiatria, dove quattro letti in fila sono la dimostrazione che anche lì malati in corsia ci sono stati. Questo per quando riguarda i letti stipati in corsia tornati quasi di routine giornaliera. Il Santa Maria, quindi, con le stanze piene e con un altro problema non certo secondario: quello degli appoggi in reparti diversi dalla malattia del paziente, sembra diventato prassi comune.



Certo è che questo periodo dell’anno si è sempre distinto per un maggiore afflusso di malati nella struttura sanitaria. Di questi tempi i problemi respiratori si riacutizzano, alcune malattie croniche risentono del cambiamento della stagione e i reparti si ingolfano. Tutto questo mentre la degenza breve al pronto soccorso riduce di molto i ricoveri. Tanti arrivano da Viterbo e Rieti e l’ospedale scoppia.
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