E’ tutto pieno, almeno così hanno detto. Secondo i medici del pronto soccorso dovevo per forza essere ricoverato». La situazione più grave, si registra in Clinica medica. Qui sono quattro i degenti che si trovano lungo la corsia. Una tenda verde li nasconde agli occhi dei curiosi, ma altri non hanno neppure quella tenda: con il letto vicino al muro sono sotto lo sguardo indiscreto e il rumore della gente che arriva nell’orario della visita. Le lamentale dei famigliari sono al veleno: «Chi è malato- dice un’assistente a pagamento- non può essere trattato in questo modo».
Perfino al Day Surgery, un paziente è posteggiato fuori dalle camerette. Qui di solito la chirurgia di un giorno viene programmata. Ma tanto è. Nel reparto di Chirurgia generale e specialità chirurgiche, non ci sono pazienti in corsia ma sono posteggiati tre letti, forse già usati qualche ora prima, i pazienti sono stati dimessi. Stesso discorso all’Otorinolaringoiatria, dove quattro letti in fila sono la dimostrazione che anche lì malati in corsia ci sono stati. Questo per quando riguarda i letti stipati in corsia tornati quasi di routine giornaliera. Il Santa Maria, quindi, con le stanze piene e con un altro problema non certo secondario: quello degli appoggi in reparti diversi dalla malattia del paziente, sembra diventato prassi comune.
Certo è che questo periodo dell’anno si è sempre distinto per un maggiore afflusso di malati nella struttura sanitaria. Di questi tempi i problemi respiratori si riacutizzano, alcune malattie croniche risentono del cambiamento della stagione e i reparti si ingolfano. Tutto questo mentre la degenza breve al pronto soccorso riduce di molto i ricoveri. Tanti arrivano da Viterbo e Rieti e l’ospedale scoppia.
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