Droga in corsia, la difesa davanti al giudice di medico e pusher

Droga in corsia, la difesa davanti al giudice di medico e pusher
di Elena Ganelli
3 Minuti di Lettura
Martedì 31 Gennaio 2023, 11:33

Si sono difesi ma soltanto con spontanee dichiarazioni e senza rispondere alle domande del magistrato le due persone colpite da misura cautelare nell'ambito dell'indagine condotta dalla Guardia di finanza di Latina su un giro di spaccio e utilizzo di sostanze stupefacenti che oltre ad alcuni pusher ha coinvolto numerosi operatori sanitari dell'Icot.


Il medico ortopedico Luigi Emanuele e Angelo Rigliaco, indicato come uno degli spacciatori, sono comparsi ieri mattina davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Giorgia Castriota, che ha firmato il provvedimento cautelare che ha disposto l'interdizione per un anno dall'attività professionale per il primo e l'arresto per il secondo. Il giudice sottolinea chiaramente il pericolo per i pazienti dell'ospedale: «Appare necessario interrompere l'attività anche di consumo da parte dei medici e operatori sanitari, potendo dalla loro condizione di assuntori di stupefacenti derivare un grave danno per la salute dei pazienti sottoposti a cure da parte di soggetti sotto effetti di sostanze stupefacenti e con contatti stabili con spacciatori, con conseguenti condizioni psicofisiche incompatibili con le prestazioni di attività sanitaria».


Rigliaco ed Emanuele sono accusati di detenzione illegale di sostanze stupefacenti. Emanuele, assistito dall'avvocato Moreno Gullì, si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha rilasciato dichiarazioni spontanee contestando le accuse e negando di fare uso di sostanze stupefacenti. Il professionista ha anche voluto precisare, in riferimento ai messaggi intercettati dagli investigatori nelle chat, che le persone con le quali ha comunicato hanno con lui rapporti di parentela e per questo ma che non c'era alcun legame di altro genere.

Ha anche negato di avere svolto attività di intermediazione o cessione di sostanze stupefacenti ad alcuni colleghi dell'Icot. La difesa si è quindi riservata di depositare agli atti del procedimento una istanza documentata per provare che il medico non fa uso di droga, istanza sulla base della quale intende chiedere la revoca del provvedimento cautelare nei confronti del suo assistito. Anche Rigliaco, difeso dall'avvocato Angelo Farau, si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha rilasciato alcune dichiarazioni per negare ogni addebito rispetto ai fatti che gli vengono contestati vale a dire avere rifornito di cocaina, hashish e marijuana numerosi consumatori abituali tra cui anche soggetti ricoprenti incarichi e funzioni sanitarie ed operanti all'interno della struttura. Il 38enne ha sottolineato di essersi tirato fuori dall'attività di spaccio da almeno un paio di anni e di avere messo la testa a posto rispetto a quando è partita l'indagine delle Fiamme gialle.

L'indagine in effetti già nel 2020 aveva portato all'arresto di alcuni pusher, tre in tutto, che sono già stati processati e condannati con rito abbreviato nel 2021. Renato Gargiulo, Marco Barsi e Italo Di Spigna erano stati trovati complessivamente in possesso di cocaina e hashish. Le indagini non si sono mai fermate da allora per arrivare ai due provvedimenti dei giorni scorsi e all'iscrizione nel registro degli indagati di altre 16 persone tra le quali alcuni operatori della stessa struttura sanitaria compreso un altro medico. Le intercettazioni tra pusher e consumatori sono tante e tali che, sottolinea il gip Castriota nell'ordinanza «confermano il diffuso uso di sostanze stupefacenti tra il personale dell'Icot».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA