Terni, in piazza Valnerina più buche che bar: «Ormai manca tutto, residenti in fuga»

Terni, in piazza Valnerina più buche che bar: «Ormai manca tutto, residenti in fuga»
di Aurora Provantini
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Martedì 10 Gennaio 2023, 05:30

TERNI - Due bar chiusi su tre. Nessuno sportello bancomat. Niente luminarie. Vetrine sfitte. Zero spettacoli perché il solaio non reggere il peso di palchi e pubblico, dopo la realizzazione dei parcheggi interrati. Piazza Bruno Buozzi si presenta così, oggi: poco attrattiva. Tanto diversa da quando girava Sansone, il “cane di piazza Valnerina” (piazza Buozzi è detta piazza Valnerina), 75 chili di straordinaria allegria che dal 1982 al ’98 la famiglia Sabatini ha condiviso con la città.
Lallo (Leonardo) Sabatini, neanche pensava che i ternani se lo ricordassero: «Sansone era il guardiano di piazza Valnerina, del nostro negozio (di elettronica, ndr), del bar Vetturini, dei residenti». «Altri tempi» - dice volgendo lo sguardo a Vetturini, punto di riferimento per tanti professionisti e sportivi che si davano appuntamento in quel bar del centro per discutere di politica e leggere i giornali. Chiuso da marzo 2022.
«Non è stata certo la prima attività a gettare la spugna in quella che fino al 2005 era considerata la piazza commerciale più importante dell’Umbria». Sabatini non indica un anno a caso: nel 2005 viene aperto un cantiere che paralizza il quartiere fino al 2011 e concorre a far chiudere le principali attività commerciali. «Anche in conseguenza della crisi del 2008, cinquanta persone hanno perso il posto di lavoro e nessuno ha fatto niente. Invece, se a perdere il posto fossero stati gli operai di viale Brin, si sarebbe fermato il Paese» - commenta.
Il 2005 è anche l’anno in cui investe in quella parte di città Gianluca Gambini, l’assicuratore che è anche direttore sportivo della Narnese. Uno che garantisce un’occupazione a 20 dipendenti e si preoccupa pure di illuminare via della Berdesca, per Natale. «Perché il bando di luci d’artista del Comune di Terni si è dimenticato di noi, fermandosi in via Mazzini» - fa notare Alessandro Cipriani (Tabaccheria Alessia). «Siamo qui da 23 anni, ma mai come in questo ultimo periodo ci siamo sentiti abbandonati dalla politica e dalle istituzioni: senza il briciolo di un intervento di rigenerazione urbana – dichiara Cipriani - né una risposta alle tante problematiche che noi commercianti continuiamo a segnalare».
Sono indignati, Cipriani e Gambini. Indicano un groviglio di piatti di plastica, bottiglie e stracci sporchi a pochi metri dalla scuola elementare, equidistante dall’ufficio postale, dove sorge il cassonetto per la raccolta degli indumenti usati: «La gente ci fa di tutto, fuorché lasciare cappotti e scarpe, tanto vale rimuoverlo».
Furioso, ma deciso a lottare per la sua piazza, Sabatini: «Con altri commercianti di zona, abbiamo fissato un incontro in Confcommercio, per chiedere un intervento a sostegno delle attività rimaste in vita». «Hanno migrato banche e negozi storici» - denuncia Gambini. Qualche giorno fa il questore di Terni ha disposto anche la chiusura del bar che è stato teatro di una lite violenta tra due donne. L’unico aperto - di bar - spegne le luci prima delle otto di sera. «Per fortuna le luminarie che ha messo Gambini - sventolano i residenti - ma non basta». «Palazzo Spada non può contare sulla luce che fanno le nostre insegne. Deve mettere in campo azioni concrete». Soprattutto i commercianti pretendono interventi: «Siamo disposti a tutto, denunce comprese» - avverte Sabatini. E Gambini: «Questo degrado va risolto senza ulteriori rinvii».

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