Terni, l'odissea di un insegnante "fuori sede" per la vaccinazione covid

Sede adibita alla campagna di vaccinazione covid
di Daniele Sorvillo
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Giovedì 11 Marzo 2021, 17:47

La campagna vaccinale per arginare la diffusione della pandemia da covid-19 ha avuto inizio e procede quotidianamente, pur tra qualche difficoltà. Dai primi di marzo, in particolare, la Regione Umbria ha allargato il suo piano vaccinazioni, aprendo un portale per le prenotazioni anche per il personale scolastico.

Il 24 febbraio scorso, giorno in cui si è stato attivato il servizio, alcuni insegnanti però hanno avuto una brutta sorpresa: «Ho provato ad accedere al sito prenotazioni appena è stato possibile - racconta Francesco Pone, insegnate di Storia e Filosofia in un liceo ternano - ma, dopo aver inserito il mio codice fiscale, ho scoperto con sorpresa che il mio nome non era inserito nell’elenco di coloro che potevano vaccinarsi. All’inizio, tuttavia, ho pensato ad un disservizio del sistema informatico e non mi sono allarmato più di tanto».

In effetti il portale è andato per qualche ora in tilt, a causa dell’enorme volume di connessioni simultanee da parte dei docenti. Dopo poche ore, però, il sito ha ripreso a funzionare regolarmente e i docenti hanno cominciato a prenotarsi con regolarità: «Non per me, invece, e, come poi ho saputo in seguito – continua il professor Pone – nemmeno per molti altri colleghi. Il nostro nominativo non risultava in elenco. La situazione mi ha subito insospettito ma né a scuola né altrove avevano una risposta: neppure il Dipartimento di prevenzione di Terni, a cui mi sono rivolto, ha saputo darmi chiarimenti. Ho ovviamente chiamato il call center indicato, ma anche lì l’unica risposta che ho ricevuto è che non sapevano quale fosse il problema e mi invitavano a riprovare. Ovviamente mi sono recato in alcune farmacie, per vedere se la situazione si sbloccasse ma neanche lì hanno potuto aiutarmi». Il problema, in realtà, è emerso qualche giorno dopo. Il professor Pone, come moltissimi altri docenti umbri, si trovava in una situazione paradossale, non prevista da coloro che avevano approntato il piano vaccinazioni per i docenti: trovarsi in assegnazione provvisoria fuori dalla propria regione di ruolo.

«La mia scuola di appartenenza, quella in cui sono attualmente di ruolo, è a Viterbo, nel Lazio; essendo però da anni residente in Umbria, ho chiesto e ottenuto l’assegnazione provvisoria a Terni. Questo però mi ha reso un insegnante anomalo: non rientro nel piano vaccinazioni del Lazio, perché assegnato in Umbria; non rientro nel piano di vaccinazioni dell’Umbria, perché di ruolo nel Lazio. Un paradosso che non riguarda soltanto me, ma centinaia di altri docenti: l’incredibile è che una situazione così comune non sia stata affatto prevista». Il professore però non si è arreso: ha richiamato il call center spiegando la situazione e la risposta è stata sorprendente: nessuna procedura poteva essere applicata per sanare la situazione, in quanto non prevista: «forse avrei potuto spostarmi nel Lazio, adducendo questa mia motivazione – continua il professore – ma onestamente non me la sono sentita di rischiare una multa salata e poi era diventata una questione di principio: possibile che ci fosse tanta approssimazione nella gestione di un evento così importante? ». Alla fine di questa storia tipicamente italiana, il professor Pone ha ottenuto il suo vaccino ed è in attesa della seconda dose. Il tutto però è avvenuto in modo del tutto casuale: «Non sapendo più cosa fare e con il rischio di non poter adempiere a quello che penso essere un dovere degli insegnanti, quello di vaccinarsi, ho cominciato a chiedere ad alcuni amici e colleghi e ho scoperto casualmente che una Asl di un comune vicino, con buona volontà e fuori procedura, vaccinava tutti coloro che ne facevano richiesta, qualora fossero avanzati i vaccini già previsti per la loro comunità. Ho mandato una mail: mi è stato detto di farmi trovare pronto. Dopo qualche giorno, con un preavviso di un’ora, mi hanno convocato e oggi posso raccontare questa storia assurda, affinché possa essere utile a quanti si trovano nella mia situazione». Una vicenda paradigmatica, che dimostra come, anche in una situazione di emergenza, che richiederebbe la massima cura ed attenzione, il sistema mostra le sue falle organizzative, anche nella previsione di scenari non così complessi: «In questo mio caso la buona volontà e il pragmatismo di alcuni medici locali – ha concluso il professor Pone -  hanno risolto in modo estemporaneo il problema: ma è davvero inaccettabile che ci si debba ridurre a questo»

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