Terni, muore un mese dopo aver dato alla luce una bimba: dimessa con forte «mal di testa e stanchezza». Scatta la denuncia

Per fare chiarezza sulla morte di Georgiana Madalina, 34 anni, la famiglia si affida a un avvocato. Il marito chiede un'indagine

Georgiana Madalina e Constantin
di Nicoletta Gigli
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Domenica 10 Dicembre 2023, 00:25 - Ultimo aggiornamento: 10:09

TERNI - Le flebili speranze si sono spente per sempre venerdì. Il cuore di Georgiana Madalina Mardare, romena di 34 anni, residente a Collescipoli, che a ottobre ha dato alla luce la sua terza figlia, si è fermato nel reparto di rianimazione dell’ospedale.

La giovane mamma, dodici giorni dopo la nascita della sua bambina, ha avuto un arresto cardiaco. Entrata in coma non ce l’ha fatta più a combattere per la vita e si è spenta lasciando la famiglia a combattere con un dolore inconsolabile. Sconvolto dalla tragedia Constantin, il marito della donna, romeno di 37 anni, ha varcato la porta della stazione dei carabinieri di Collescipoli per mettere nero su bianco una dettagliata denuncia contro ignoti con l’ipotesi di reato di omicidio colposo.

Assistito dall’avvocato Erdis Doraci del foro di Tivoli chiede agli investigatori di far luce sul decesso di sua moglie. Una morte che presenta troppe ombre. «Il decorso clinico, le due gravidanze precedenti senza problemi e la giovane età della vittima, inducono a cercare risposte certe su questa tragedia - dice Erdis Doraci, noto per avere tra i clienti l’attaccante della Lazio, Ciro Immobile. Il passo della querela è d’obbligo - aggiunge - e noi parallelamente faremo accertamenti medico legali con professionisti di calibro nazionale».

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Nelle carte emerge una gravidanza regolare portata a termine da Georgiana Madalina come le altre due, senza alcuna difficoltà.

La giovane donna viene ricoverata la sera del 20 ottobre. Col passare delle ore in attesa del parto la donna si dispera perché dice di sentirsi male.  La mattina seguente dà alla luce la sua terza figlia.

Un parto che la 34enne definisce molto doloroso come l’epidurale che, secondo la gestante, sarebbe stata molto complicata e dolorosa. Viene dimessa con la neonata il 23 ottobre ma non si sente bene. Lamenta forti mal di testa, dolori e una stanchezza eccessiva ma i medici la rassicurano. Georgiana continua ad essere molto debole ed è assistita dal marito e da sua madre. La sera del 2 novembre la situazione precipita. Lui torna a casa dopo aver fatto la spesa. La neonata piange, la sorellina di sei anni corre in camera e trova la mamma che non le risponde. Chiama suo padre, che trova la moglie priva di sensi. Il cuore non batte più e Constantin, mentre chiama i soccorsi e aspetta l’ambulanza, le pratica il massaggio cardiaco. Arriva il 118, con gli operatori che usano il defibrillatore per tre volte e finalmente il cuore della neomamma riprende a battere.

Disperata la cosa in ospedale, dove le viene diagnosticata una polmonite bilaterale grave. Durante il ricovero i sanitari trovano due batteri che non si sa se ci fossero anche prima e durante il parto oppure no.

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La giovane mamma, in condizioni disperate, viene ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale. Sono giorni sull’altalena tra le preghiere dei familiari e la consapevolezza che la situazione è gravissima. Le speranze diventano quasi nulle il primo dicembre, giorno in cui dalla tac non risulta alcun flusso cerebrale. Georgiana, che ha lottato con tutte le sue forze, si arrende per sempre venerdì, quando i medici comunicano al marito il decesso della neomamma.

Nella denuncia presentata ai carabinieri il marito della 34enne chiede il sequestro delle cartelle cliniche e del registro chiamate e audio del 118 per ricostruire l’assistenza ricevuta dalla 34enne durante il malore in casa. E poi l’autopsia, con la nomina di un collegio medico legale incluso un ginecologo specialista possibilmente di fuori regione. Nella denuncia si chiede anche l’analisi del sistema informatico delle cartelle cliniche dell’ospedale

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