Spacciava droga all'interno del suo "Cannabis shop" vicino a liceo scientifico, denunciato e chiuso il negozio per 15 giornilare

Spacciava droga all'interno del suo "Cannabis shop" vicino a liceo scientifico, denunciato e chiuso il negozio per 15 giornilare
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Mercoledì 29 Novembre 2023, 12:59
TERNI La polizia di Stato di Terni ha apposto i sigilli ad un negozio di vendita di prodotti a base di canapa in via Damiano Chiesa a due passi dal liceo scientifico Donatelli. La divisione polizia amministrativa e sociale ha notificato la sospensione della licenza per 15 giorni al titolare dell’esercizio commerciale, un ternano di 31 anni, in applicazione dell’articolo 100 del Testo unico leggi di pubblica sicurezza Tulps. Il provvedimento firmato dal questore di Terni è scaturito da un’operazione della squadra mobile che a metà novembre aveva portato alla denuncia dell’uomo per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. La quarta sezione antidroga, durante un servizio finalizzato alla prevenzione e al contrasto di sostanze stupefacenti, aveva notato che nel locale del trentunenne entravano persone note alle forze di polizia per spaccio e uso di sostanze stupefacenti, oltre a gruppi di giovani usciti da una istituto scolastico superiore della zona. Nel corso di un’attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di  Terni, i poliziotti hanno trovato, all’interno dell’attività commerciale, un ingente quantitativo di sostanza stupefacente, risultata positiva per la presenza di cannabinoidi e/o derivati della canapa indiana; inoltre, un cliente appena uscito dal negozio era stato trovato in possesso di un involucro contenente un cilindro di sostanza solida marrone che successivamente analizzato dalla polizia scientifica aveva dato esito positivo per la presenza di cannabinoidi. L’attività della polizia giudiziaria era proseguita con la perquisizione a casa del trentunenne, dove era stata rinvenuta altra sostanza illegale. È stato accertato - secondo quanto riferisce la questura - che i reati sono stati commessi all’interno dell’esercizio commerciale dallo stesso esercente, verosimilmente anche al fine di poterli commettere indisturbatamente in un luogo insospettabile in quanto attività autorizzata alla vendita di prodotti derivati dalla cannabis.
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