Terni, super green pass, è caos: ristoratori costretti a mandare via i clienti

Terni, super green pass, è caos: ristoratori costretti a mandare via i clienti
di Aurora Provantini
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Mercoledì 12 Gennaio 2022, 13:51

TERNI - Senza super Green pass non si entra più da nessuna parte, a Terni, se si ha più di 12 anni. Non c'è attività commerciale o artigianale che non stia anticipando il calendario che regola l’introduzione del certificato verde rafforzato o di quello base. Parrucchieri, estetiste, esercenti: tutti alle prese con le verifiche dei documenti necessari per accedere alle loro strutture, anche se la nuova normativa ancora non glielo impone. Ma per poco. Si “impratichiscono”. Iniziano a vedere se le loro App, utilizzate per i dipendenti, siano sempre valide. Soprattutto si abituano al nuovo modo di accogliere i clienti, quello ai tempi di Omicron. «L’introduzione del super green pass doveva semplificare le cose soprattutto ai titolari d’azienda – dichiara Mauro Franceschini, presidente di Confartigianato Imprese Umbria - ma non è così e lo sanno bene i baristi e i ristoratori, che non riescono a districarsi tra gli aggiornamenti dell’App di verifica e la normativa del tutto oscura dei servizi agli stranieri, che presentano certificazioni vaccinali estere. Tra pochi giorni sarà la volta dei servizi alla persona e dei negozi. Prevedo che se non verrà introdotta una qualche semplificazione, sarà il caos».
«Le continue modifiche della normativa per arginare la corsa della variante sudafricana – aggiunge Mauro Franceschini – sono di difficilissima applicazione. Nonostante gli imprenditori abbiano risposto in modo largamente collaborativo ai carichi di lavoro e alle responsabilità del tutto inattese che sono ricadute sulle loro spalle, oggi si arriva all’assurdo che proprio la stragrande maggioranza delle imprese che vuole applicare le norme, viene messa in difficoltà». La metà, purtroppo, non ha questo tipo di problema: costretta a chiudere temporaneamente a causa della positività al Covid-19 di uno dei titolari. Molte pasticcerie, bar e saloni di bellezza, sono ferme da giorni. Un negozio di abbigliamento su quattro ha le saracinesche abbassate. Tutti gli altri sono alle prese con le regole introdotte dal decreto legge del 5 gennaio 2022. Ovvero obbligo di super green pass (da lunedì 10 gennaio) per: mezzi di trasporto pubblico (treni, aerei, pullman, navi, bus, metro, tram), matrimoni, fiere, piscine, palestre, per lo svolgimento di attività di gruppo, per servizi di ristorazione all’aperto. Così quei baristi che, approfittando della gratuità del suolo pubblico, avevano investito in arredamenti esterni, non potranno servire il caffè a chi ha solo il green pass base. Che dal 20 è sufficiente invece per andare dal parrucchiere, per entrare in banca o alle poste. Dal primo febbraio scatta pure la sanzione di cento euro agli over 50 che non si sono vaccinati. Per non cadere in errori, la metà dei ristoratori aperti, ieri, ha dovuto mandare via parecchi clienti, perché avevano la certificazione scaduta. Si deve controllare anche quella, adesso. E se l’App non è stata aggiornata ci si deve ricordare di verificare che non siano passati più di 120 giorni dalla seconda somministrazione e 150 dalla booster. Insomma, con Omicron in circolazione, non ci si deve sbagliare e non per non incorrere in sanzioni ma perché è preferibile adottare comportamenti responsabili.

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