Secondo la ricostruzione accusatoria l'uomo «spesso la seguiva e ne controllava i movimenti tanto da presentarsi presso il reparto in cui la persona offesa si era recata per eseguire esami strumentali». In una circostanza, all'inizio del 2018, «ne offendeva l'onore e il decoro e la molestava, provando ripetutamete a toccarla». Perfino «nei pressi della portineria dell'ospedale la molestava e la offendeva dicendole che era una poco di buono e che non capiva niente». Il pm punta il dito contro altri episodi oggetto di altri procedimenti penali: «Nonostante la precedente condanna, la pendenza di altri procedimenti e l'applicazione di misure cautelari le provocava un perdurante stato di ansia e timore per la sua incolumità e la costringeva ad alterare le proprie abitudini di vita, evitando alla persona offesa di adempiere alle sue mansioni e facendo quanto possibile pur di non incontrarlo». Il processo inizierà il 10 giugno 2020 davanti al tribunale monocratico (giudice Giuseppe Narducci). L'imputato è difeso dall'avvocato Daniela Paccoi e dal collega Guido Rondoni mentre la parte civile è assistita da Delfo Berretti.
Tra gli episodi pregressi menzionati dalla Procura ci sono alcune telefonate mute alla persona offesa e al figlio, partite anche da cabine pubbliche, insieme a «contatti molesti e intimidatori» durante i quali non sarebbero mancate le offese. La poveretta - si legge - sarebbe stata seguita perfino nel cimitero quando si era recata per andare a sostituire i fiori sulla tomba della madre.
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