Perugia, la Soprintendenza dice no
all'ostello di fronte a San Bevignate

La preparazione del cantiere (foto d'archivio)
di Federico Fabrizi
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Giovedì 25 Settembre 2014, 13:02 - Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 08:33
PERUGIA - La Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici dell'Umbria dice no alla casa dello studente di fronte a San Bevignate. Il parere sarebbe arrivato nella giornata di ieri agli uffici della Regione,che lo avevano richiesto da settimane.

Perché ora «no» e cinque anni fa «sì»? In primis alcune novità normative: dalla semplice legittimità del parere ad una valutazione “di merito”, e poi stavolta il parere porta in calce il timbro della Direzione regionale per i beni culturali, non quello della Soprintendenza per i beni paesaggistici.



La decisione relativa al progetto dello studentato di 4 piani in via Enrico dal Pozzo arriva dopo una partita a scacchi andata avanti per mesi tra uffici. Il Risiko era iniziato in giugno, quando la Regione (il Servizio paesaggio e territorio) aveva scritto alla

Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici chiedendo e proponendo di fatto un parere positivo per lo studentato di fronte a San Bevignate: in buona sostanza il ragionamento era quello di copiare e incollare quanto stabilito su quel progetto 5 anni e mezzo prima. Dalla Soprintendenza, però, avevano risposto alla Regione qualcosa tipo: indirizzo sbagliato, la decisione per un progetto del genere spetta alla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici. Cioè: prego rivolgersi al piano di sopra. Un paio di settimane dopo - siamo a metà luglio - dallo stesso ufficio della Regione è ri-partita la stessa istanza, stavolta spedita alla Direzione regionale del Ministero e di nuovo alla Soprintendenza. Un paio di settimane dopo, a fine luglio, la Soprintendenza ha risposto alla Regione, spiegando che sì i loro tecnici avevano formulato un parere sulla faccenda dell'ostello a San Bevignate, ma lo avevano trasmesso alla Direzione regionale dei beni culturali - il piano di sopra – e non alla Regione. Poi silenzio per qualche settimana. Trascorsi due mesi, e senza avere risposte, ecco l'intenzione della giunta regionale di stoppare i propri uffici per le procedure di autorizzazione paesaggistica: tutti fermi fino a quando non arriva un parere dalla Direzione regionale del Ministero dei beni culturali. Il parere ora è arrivato ed è un semaforo rosso al progetto dell'Adisu. Ovviamente la faccenda potrebbe finire di fronte al Tar, per la seconda volta in pochi mesi. Nei prossimi giorni il Comune dovrebbe mettere intorno a un tavolo Università e Regione per studiare un'alternativa.



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