Revenge porn, quando la vittima è un uomo. A Perugia, rovinato dall'amante focosa che cerca vendetta

Revenge porn, quando la vittima è un uomo. A Perugia, rovinato dall'amante focosa che cerca vendetta
di Egle Priolo
3 Minuti di Lettura
Venerdì 3 Marzo 2023, 07:30

PERUGIA - Un gioco tra una coppia consenziente. Foto e video hard realizzati per divertirsi in due, ma alla fine condivisi sui social per vendetta, perché uno dei partner ha detto basta. Il codice penale lo definisce diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite, la cronaca lo riassume in revenge porn e la mica tanto sonnolente provincia umbra lo racconta come uno dei pochi casi in cui la vittima è un uomo. Non un ragazzino, come ha abituato purtroppo la pandemia, ma un uomo di 40 anni, rimasto ingabbiato in un rapporto che ora è finito in tribunale.

La storia arriva da un angolo di provincia perugina e regala uno spaccato se non incredibile certamente particolare. Una donna di 33 anni si iscrive a una chat di incontri. L'idea è quella di qualche ora di divertimento e niente più, nessuna Marta Flavi o ricerca di anime gemelle. E lì trova il quarantenne. All'inizio decidono di non incontrarsi, abitano troppo vicini, ci sono tanti rischi, quell'angolo è piccolo e la gente mormora. E l'uomo ha un rapporto fisso con una compagna da troppo tempo per buttare tutto all'aria per qualche conoscente che magari lo vede uscire da un albergo con un'altra. Ma la chimica tra i due è più forte della prudenza e della ragionevolezza. Così tra agosto e settembre i due si abbandonano ai loro istinti e iniziano un piacevole rapporto fatto di incontri occasionali, ma anche di qualche video e foto a luci rosse per mettere pepe all'attesa dei loro appuntamenti dal vivo.
Ma, come capita spesso, lei adesso vuole qualcosa di più. Il ruolo dell'amante focosa non le basta e quando un giorno, lo scorso novembre, lui deve correre dalla sua compagna perché si è fatto tardi, la 33enne esce fuori di testa.

Letteralmente. È gelosa e lo vuole solo per sé. E non trova vendetta migliore (e forse pungolo per farlo restare single) che inviare le foto hard di lui alla partner ufficiale. Via Facebook e via Instagram. Quelle foto fatte solo per loro due che finiscono sul cellulare della donna, che alla notizia sbattuta in faccia del tradimento subito adesso deve pure aggiungere gli atti persecutori della sua rivale. Perché la 33enne, obnubilata da amore e gelosia, ha rotto gli argini: oltre ai video molto espliciti dei loro rapporti infuocati, inizia a inviare messaggi vocali offensivi, si presenta sotto casa della coppia, contatta continuamente il suo amante per chiedere di incontrarsi di nuovo. Per un mese. Con una tale assiduità, fino a dicembre, da portare i due a un «grave stato di ansia e paura», insieme – si legge nel capo di imputazione firmato dal pm Elisa Iacone – a «un fondato timore per l'incolumità propria e dei prossimi congiunti». Costringendoli a «mutare le abitudini di vita» e a «limitare le proprie uscite per il timore di incontrarla». In altre parole, per la procura è stalking. Che si aggiunge alle accuse di revenge porn per cui adesso alla donna – assistita dall'avvocato Dario Epifani – è stato notificato un avviso di conclusione indagini, preludio di una possibile richiesta di rinvio a giudizio. Per un mese di follie, quindi, adesso la 33enne rischia il processo. L'uomo, invece, dopo la denuncia, è rimasto con la sua partner, che lo ha evidentemente perdonato. E chissà come sarà ora per lui la sentenza quotidiana tra le mura di casa.

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