La storia di una famiglia di Narni: «Quattro figli e uno stipendio. Così riusciamo a farcela»

Lo slalom quotidiano tra offerte speciali e sconti nei supermercati, i sostegni solidali, l'attenzione alla qualità del cibo: "Ma la nostra forza sono l'amore e il sorriso"

La storia di una famiglia di Narni: «Quattro figli e uno stipendio. Così riusciamo a farcela»
di Claudia Sensi
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Venerdì 15 Settembre 2023, 07:54 - Ultimo aggiornamento: 17:19

LA STORIA

NARNI Le giornate sono una slalom, tra la cura della famiglia e l'attenzione alle spese. Ma la vera ricchezza della famiglia Bracci è la capacità di affrontare la vita con amore e sorriso. Essia Somrani ha 39 anni e 4 figli: Giada di 19 anni, diplomata in scienze umane al liceo Gandhi di Narni Scalo, Aurora di 17 anni studia all'istituto Casagrande-Cesi, Anastasia, di 8 anni e Cristian di 3 anni. A lavorare è solo il marito Massimiliano Bracci, 43 anni, che ha un contratto part-time da circa 1.100 euro al mese, come operatore ecologico a Vignanello. Da Taizzano di Narni ogni giorno percorre 35 chilometri per andare al lavoro ed altrettanti per tornare. Essia è una persona solare, con un sorriso sincero che neanche un passato difficile è riuscito a cancellare. «Le prime due figlie le ho avute da una precedente relazione che ho cercato di far funzionare a tutti i costi per le bambine, ma ci sono situazioni in cui diventa impossibile restare».
L'amore e il rispetto sono arrivati alcuni anni dopo, nel 2008. «Massimiliano è stata una benedizione e con lui ho creato una bella famiglia». Come riuscite a far quadrare i conti ed arrivare a fine mese con uno stipendio che supera di poco mille euro? «Stiamo attenti a tutto e ci arrangiamo. Usufruiamo degli assegni familiari, due volte a settimana ricevo il pacco famiglia della San Vincenzo di Taizzano di Narni dove c'è un po' di tutto: latte, farina, zucchero, pomodoro, pasta, marmellata. Qualche volta c'è anche il fresco, tipo l'insalata che ha una scadenza a breve. Comunque non prendo tutto quello che c'è a disposizione, perché non mi piace buttare le cose, preferisco lasciarle a chi ne ha bisogno, come la carne in scatola». E carne, pesce, frutta e verdura? «Fortunatamente la carne non ci piace più di tanto, il pesce lo mangiamo poco perché faccio fatica a comprarlo, frutta e verdura sì, anche se ha dei prezzi allucinanti. Giro per i discount in cerca di offerte perché il rincaro dei prezzi per noi è stato devastante. Prima andavo in quei negozi che hanno tutto a 99 centesimi, ma la merce spesso non è all'altezza, quindi ora ne compro di meno, ma di qualità. Spendo circa 150 euro a settimana per la spesa. Poi risparmio anche sull'acqua perché abbiamo messo il depuratore e non la compro».
Quanto riesci a risparmiare con i pacchi della Caritas? «Circa 35/40 ogni due settimane quindi un'ottantina di euro al mese». Quanto incide la scuola sul vostro bilancio?
«Fino ad ora ci ha aiutato la Caritas, ma quest'anno ci siamo trovati un po' meglio e non ne abbiamo approfittato. Abbiamo speso 130 euro per i libri. Ci manca il computer, ma ora non ce lo possiamo permettere». L'abbigliamento invece? «Un paio di volte l'anno andiamo a Roma dove c'è un negozio abbastanza economico, ad esempio un pacco di calze da sette paia lo pago 4 euro». Per le bollette c'è il bonus statale, quindi Essia e Massimiliano stanno attenti a non superare il tetto che è stato concesso loro, poi ci sono le nonne che ben volentieri danno una mano. «Alla fine, nel nostro piccolo, non ci manca niente dai. Anche perché se i figli chiedono qualcosa, magari oggi non ce la faccio, domani neanche, ma quello dopo si. Si fanno sacrifici e si risparmia». A cosa rinunciate? «Ad andar fuori a cena. Veramente quest'anno siamo andati una volta perché sono venuti i fratelli di Massimiliano, ma è stata la madre a pagare. E io anche alla parrucchiera». Le vacanze riuscite a farle? «Approfittiamo della mia mamma che vive a Montalto, quindi andiamo da lei. Però quest'anno qualche giorno siamo potuti andare, con i più piccoli, in una casa vacanze. Ce l'abbiamo fatta perché io guardo al centesimo e così riesco a risparmiare qualche cosina». Essia, Massimiliano e i loro figli abitano in un appartamento popolare di circa 60 metri quadrati, a 102 euro al mese. «Io qui sto bene, perché l'abbiamo sistemata come volevamo, rimboccandoci le maniche e facendo noi tutti i lavori. Ma ho chiesto un ampliamento perché abbiamo solo due camere da letto ed un bagno. Come famiglia siamo una XXL e questa casa ci sta diventando davvero stretta». Cosa ti auguri per i tuoi figli? «Che se ne vanno dall'Italia. Me lo auguro veramente perché non c'è un futuro qua. Oppure possono anche rimanere in Italia, ma avendo un lavoro statale che gli permette uno stipendio fisso al mese».

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