Inchiesta Provincia, le pulizie tra gli appalti sospetti

Inchiesta Provincia, le pulizie tra gli appalti sospetti
di Luca Benedetti e Michele Milletti
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Lunedì 20 Settembre 2021, 08:41

PERUGIA Si conta. Fino a cento. Tanti sarebbero gli appalti nel faldone della Provincia di Perugia che stanno studiando le fiamme gialle. E si tratta di appalti particolari. Cioè gli affidamenti diretti fatti sotto la soglia minima necessaria per far scattare gli appalti veri e propri. Le segnalazioni partite per la Procura della Repubblica e per la Procura della Corte dei Conti sono circa 130. Ed è logico che i finanzieri li vadano a spulciare uno per uno. Tra gli altri ci sono quelli alcuni lavori nei locali che la Provincia ha all’isola Polvese, quelli fatti con le officine per le riparazioni dei mezzi della Provincia, quelli della polizia provinciale in testa, fino alle pulizie degli immobili e le manutenzioni. In alcuni casi del faldone dei documenti acquisti dalla finanza, ci sarebbero assegnazioni dirette che sono estensione degli appalti assegnati con la gara. È logico che viene passato al microscopio l’operato dei dirigenti che hanno firmato le assegnazioni dirette. Attenzione. Accertamenti d’obbligo dopo che sono arrivati alle due procure gli esposti che sollevavano dubbi. Ma non è detto che quelle carte non siano immacolate.
L’inchiesta della guardia di finanza a cui la procura della Repubblica e la procura regionale della Corte dei Conti hanno delegato le indagini hanno ricevuto carburante per ile verifiche più di una volta. Con esposti molto dettagliati legati anche a quello che da tempo andava scrivendo in ordini del giorno, mozioni e interrogazioni il consigliere provinciale di opposizione, Marcello Rigucci. Ma c’è anche altro. Per esempio il dettagliatissimo esposto fatto partire in a luglio da parte dell’attuale comandante della polizia provinciale per il mancato pagamento delle indennità di turno ai suoi uomini. Una vicenda che ha fatto emergere il braccio di ferro tra gli uffici e i dirigenti dell’Ente di piazza Italia. Gli agenti per le indennità di ordine pubblico prendono 13 euro lori al giorno per un periodo minimo di servizio di almeno quattro ore in base ai piani di servizio delle varie forze dell’ordine deciso, con una ordinanza, dal questore. Ordinanza che durante i controlli anti Covid-19 ha portato sempre all’utilizzo delle divise della Provinciale. Al momento risulterebbero non pagate le indennità di turno o del periodo luglio-dicembre 202 e gennaio-giugno dell’anno in corso.
In quell’esposto ci sono più di dieci pagine che raccontano la situazione, una lunga serie di allegati e tanti indirizzi a cui sono state inviate le le lamentele del comandante che hanno permesso(in indirizzario c’era anche tutto il personale)che la vicenda del braccio di ferro tra dirigenti in Provincia diventasse di dominio pubblico. Quell’esposto insieme alle carte arrivate lo scorso inverno alle due procure hanno alimentato il faldone di documenti che la guardia di finanza ha iniziato ad acquisire qualche giorno dopo di Ferragosto dando un’importante accelerazione agli accertamenti. Con diversi testimoni ascoltati come persone informate dei fatti.
 

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