«Nessuna festa di laurea a Pozzo e i numeri non ci tornano»

«Nessuna festa di laurea a Pozzo e i numeri non ci tornano»
di Ilaria Bosi
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Domenica 29 Marzo 2020, 10:05 - Ultimo aggiornamento: 11:05
GUALDO CATTANEO -  Non c’è mai stata la festa di laurea di cui tutti parlano e che per qualcuno ha innescato le positività a Pozzo. Lo spiega Giulia Angelelli, amica della neo dottoressa.
Giulia Angelelli ha 26 anni, è laureata e vive con la sua famiglia a Pozzo, la frazione di Gualdo Cattaneo che fino a qualche giorno fa molti neanche conoscevano e che ora è diventata la prima zona rossa dell’Umbria. Due giorni fa, Giulia è risultata positiva al Covid-19 (pur non avendo sintomi particolari), ma se ha deciso di uscire allo scoperto è per fugare quelle voci, tutt’altro che benevole, che si sono rincorse in questi giorni e che l’hanno tirata in ballo impropriamente. Non solo: Giulia è una tipa tosta e quei numeri che hanno spinto a chiudere Pozzo come fosse un bunker non convincono. 
Giulia, da cosa iniziamo?
«Dalla fantomatica festa di laurea che avrebbe riunito centinaia di persone a 
Pozzo. Vorrei che venisse scritto a caratteri cubitali: quella festa di laurea non c’è mai stata. La notizia è falsa. Peccato che tra social e altri tam tam questo dato sbagliato non solo si è diffuso, ma è stato arricchito di tanti particolari fasulli, facendo scattare una vera e propria caccia agli untori».
Da cosa è nata questa chiacchiera? «Il 3 marzo una mia carissima amica che vive qui vicino (non a Pozzo, ndr) ha discusso la tesi di laurea a Perugia, nell’Aula Magna di Medicina. Insieme a lei una decina di laureandi, con famiglie e amici al seguito. Oltre a qualche familiare, per la neodottoressa erano presenti alcuni amici e colleghi di Perugia e noi amiche più strette, tra cui una ragazza che l’indomani è tornata al lavoro nelle Marche».
Poi cosa è successo?
«L’amica è rientrata quasi subito dalle Marche e ha segnalato il suo rientro, come era richiesto. Non solo: soffrendo spesso di mal di gola, si è rivolta ai sanitari per chiedere se fosse il caso di fare il tampone, ma le è stato risposto che il tampone si fa solo in presenza di febbre. Quindi le hanno consigliato di prendere cortisone, antibiotici e di restare a casa. Così ha fatto. Per tutelare tutti, pur non avendo sintomi, anche la mia amica laureata si è messa in quarantena con la sua famiglia e lo stesso ha invitato a fare a noi».
E la festa di laurea?
«Era in programma il 7 marzo a Perugia, ma vista la situazione è stata annullata un paio di giorni prima, anche se ancora non c’erano le restrizioni arrivate nei giorni successivi».
Poi?
«Una delle amiche e alcuni familiari sono risultati positivi, nonostante fossero usciti per lo stretto necessario. Anche io e la mia famiglia avevamo limitato al minimo le uscite, sempre con indosso mascherina e guanti. Piccolo inciso: nessun contagio si è registrato tra gli amici e i colleghi perugini presenti alla discussione di laurea».
Il tampone?
«L’ho chiesto per settimane, senza esito. Due giorni fa mi è stato fatto e sono risultata positiva. Mi ero già isolata dal resto della mia famiglia, che è risultata negativa, come i miei affetti più cari. Ma ora la nostra frazione sta vivendo un incubo, culminato con la delimitazione della zona rossa».
Cos’è che non torna?
«I numeri che hanno giustificato la chiusura. Per iniziare: nell’ordinanza regionale si parla di 21 casi nella sola Pozzo, mentre nelle tabelle della protezione civile di 17 casi in tutto il Comune di Gualdo Cattaneo. A Pozzo ci conosciamo tutti e siamo certi che a essere positivi, finora, siamo soltanto in 9. Poi ci sono altri casi che conosciamo, sparsi nell’intero territorio comunale: Gualdo capoluogo, Ponte di Ferro e altre frazioni. Come è possibile che ben 21 tamponi positivi siano stati collocati geograficamente nella frazione di 
Pozzo? Come sono stati raccolti e trasmessi questi dati? Sono aspetti da chiarire, anche perché la chiusura totale della frazione, che è già povera di servizi, sta creando un grave disagio a tutti, soprattutto agli anziani».
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