«Poteva ammazzarlo ed è già libero». Rabbia degli amici del noto ristoratore accoltellato a Perugia. Lui: «Sono mortificato»

Il sangue su corso Vannucci nella foto postata su Facebook dalla Farmacia Lemmi
di Egle Priolo
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Sabato 22 Ottobre 2022, 08:02 - Ultimo aggiornamento: 08:03

PERUGIA - «Poteva ammazzarlo, ci è mancato tanto così, ed è già libero. A noi non sembra giustizia». Sono arrabbiati gli amici e i parenti del noto ristoratore del centro che giovedì sera è stato colpito al volto e a una mano al culmine di una lite con il suo cuoco. L'uomo, un 44enne di origini marocchine da anni impiegato in cucina in tanti locali in città, infatti dopo l'arresto dei carabinieri della Stazione Fortebraccio si è presentato in tribunale ieri per il processo per direttissima, a rispondere dell'accusa di lesioni gravissime: la procura aveva chiesto a suo carico l'obbligo di firma quotidiano, il giudice ha invece disposto l'obbligo tre volte alla settimana.

In aula, il cuoco ha pianto e si è detto mortificato per quanto accaduto: difeso dall'avvocato Gaetano Figoli, ha spiegato di aver avuto paura di aver ucciso il gestore del ristorante alla vista di tutto quel sangue che usciva da due profonde ferite. Il 44enne ha raccontato di essersi immediatamente pentito di quel gesto “alla traditora” e di quel coltello – che stava usando per tagliare la carne prima della lite in cucina – con cui si è avventato sul ristoratore, 40 anni. Il motivo della lite? Come emerso anche dai racconti della strada, il suo contratto in scadenza e la notizia del mancato rinnovo deciso dalla vittima, con cui pare che i rapporti lavorativi ormai fossero deteriorati. Ma tanto è bastato per farlo reagire con violenza, come avrebbe già fatto in passato tanto da essere sotto processo per un fatto simile. Altro particolare a cui il tribunale della strada ha voluto dare, nella rabbia, un peso diverso da quello di via XIV Settembre.
E giovedì sera, mentre il cuoco subito dopo l'aggressione ha chiamato in lacrime il suo legale, la vittima – erano circa le 19.30 – è fuggita perdendo tantissimo sangue da via della Luna verso corso Vannucci.

Una corsa per cercare aiuto e trovare riparo in un posto sicuro, che ha trovato appena finite le scalette macchiate con il suo sangue: in fondo al vicolo, ecco corso Vannucci e, a destra, la farmacia Lemmi. Era quasi ora di chiusura e dentro il giovane ha trovato Laura Lemmi, titolare della farmacia con il fratello Antonio. E proprio la farmacista ha prestato le prime cure al ristoratore, tra garze e disinfettante usate da un altro angelo che la vittima ha trovato sulla sua strada. In uno dei bar del corso, infatti, a fare l'aperitivo c'era un infermiere del Santa Maria della misericordia che appena ha visto il giovane ricoperto di sangue si è lanciato a prestargli soccorso. Un sostegno importantissimo e fondamentale fino all'arrivo dell'ambulanza e dei sanitari del 118 che lo hanno portato immediatamente in ospedale. Qui, è stato ricoverato nel reparto di Chirurgia maxillo facciale e operato nella notte per il bruttissimo taglio riportato sul volto, a un niente dalla gola, con tanto di nervo facciale reciso. Per questo gli amici della vittima parlano di un finale che solo per fortuna non è stato più tragico. Per lui, quindi, 30 giorni di prognosi e un ulteriore intervento alla mano. Su come finirà con il suo aggressore – sposato, con figli, perfettamente integrato, che non ha opposto alcuna resistenza all'arresto – se ne parlerà dopo. Adesso la famiglia (anche il ristoratore ha moglie e due bambini piccoli) vuole solo riportare il papà a casa, per farlo riprendere al meglio il prima possibile. Una cicatrice ricorderà a lungo questo terribile giovedì, ma «un miracolo» - ripetono gli amici come un mantra - ha allontanato la lama dalla gola. E, per adesso, è l'unica cosa che conta.

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