Pierluigi travolto e ucciso mentre andava a scuola, la mamma dona gli organi

Il luogo dell'incidente
di Luca Benedetti
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Venerdì 15 Marzo 2024, 08:27

Pierluigi non ce l’ha fatta. Pierluigi Pescatori, 17 anni, è morto dopo un giorno d’agonia. L’ha investito un furgone mercoledì mattina mentre andava a prendere il bus per arrivare a scuola. Stava attraversando la strada in via San Galigano, i compagni l’aspettavano all’Itts Volta, a Piscille. È morto ieri pomeriggio al reparto di Rianimazione del Santa Maria della Misericordia. La nota ufficiale dell’Azienda ospedaliera è arrivata alle 18.09. La mamma ha dato l’autorizzazione all’espianto di organi.
Pierluigi Pescatori l’ha investito un furgone che trasportava medicinali. Il ragazzino è stato preso dallo specchietto e dalla fiancata del mezzo. L’impatto è stato violentissimo. Pierluigi è finito a terra. Subito le sue condizioni sono apparse gravissime. Il primo a prestare soccorso è stato chi si trovava alla guida del furgone. L’uomo, un ecuadoregno di 47 anni, è sceso, ha capito quello che era successo. Poi si sono fermati altri automobilisti. L’ecuadoregno, da anni residente a Perugia, dopo aver cercato di aiutare Pierluigi ha avuto un malore ed è stato accompagnato in ospedale.
Pierluigi Pescatori aveva appena percorso qualche centinaio di metri dalla sua nuova casa nella zona di Elce per andare a prendere il bus. Forse una distrazione l’ha portato ad attraversare proprio mentre arrivava il furgone. I medici del 118 l’hanno rianimato sul posto. Al Santa Maria della Misercordia è stato sottoposto a un lungo intervento chirurgico a cui hanno lavorato diverse equipe specialistiche visto il tipo di ferite riportate. Ma il quadro clinico è stato subito drammatico.
L’INDAGINE
L’ecuadoregno sarà indagato per omicidio stradale come prassi. Il sostituto procuratore Gemma Miliani potrebbe disporre l’autopsia sul corpo del ragazzo. Dai primi accertamenti della polizia locale non sembra che il furgone andasse a una velocità sostenuta nonostante via San Galigano (il mezzo la stava percorrendo in salita) sia ormai una strada ad alto scorrimento. L’investimento è avvenuto lontano dalle strisce pedonali. E non ci sono telecamere che possano dare una mano a ricostruire quei drammatici secondi. Ma ci sono automobilisti che hanno visto e le loro testimonianze serviranno a dare l’ultima parola alla burocrazia al dramma di Pierluigi. Come è prassi l’autista del furgone è stato sottoposto al test per verificare se avesse assunto alcol droga. Ci vorrà qualche giorno per conoscere i risultati.
IL DOLORE
Subito in tanti, idealmente, si sono stretti intorno a Pierluigi, alla mamma e alla sorella. Perché il tam-tam di chi ha visto quel corpo in terra ha raccontato la paura e il dolore. Chi è passato lungo via San Galigano mercoledì è arrivato in ufficio con le lacrime agli occhi.
Una città con il fiato sospeso per un giorno, attaccata ai social, ai siti per sapere, per capire. Anche gli uomini in divisa arrivati sul posto hanno faticato a fare il loro lavoro. Al Volta quando le chat dei ragazzi hanno iniziato a raccontare è sceso il gelo. Non solo nella sua classe. Un gelo che non si è sciolto perché le notizie che filtravano dall’ospedale con una frase do un amico, di un parente, di un conoscente della famiglia non lasciavano vedere neanche un lumicino di speranza. La vita di Pierluigi era finita lì, mentre andava a scuola.
IL CORDOGLIO
In una nota l’amministrazione comunale guidata da Andrea Romizi «esprime profondo dolore per la morte del 17enne coinvolto nell’incidente stradale di mercoledì.

Un dolore condiviso profondamente da tutta la comunità. A nome della città, l’Amministrazione comunale esprime la massima vicinanza ai familiari e agli amici del giovane.

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