Prosegue Libori: «E’ manifestamente inverosimile il proposito , pure sorprendentemente avanzato dal ministro, di un intervento di riforma dei tempi del processo penale prima dell’entrata in vigore della riforma cioè entro la fine dell’anno. Il cittadino - insiste il penalista - resterà dunque in balia della giustizia penale per un tempo indefinito cioè fino a quando lo Stato non sarà in grado di celebrare definitivamente il processo che lo riguarda, come denunciato dai penalisti assieme all’intera comunità dei giuristi italiani». E ancora: «E’ chiaro a tutti gli addetti ai lavori, anche alla magistratura, che l’entrata a regime di un simile aberrante principio determinerebbe un disastroso allungamento dei tempi dei processi, giacché verrebbe a mancare la sola ragione che oggi ne sollecita la celebrazione».
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